Perché il Milan non investirà su un grande centravanti

Giroud, Origi ed Ibrahimovic: saranno questi i centravanti del Milan per la stagione 2022-23, con la possibilità, in casi estremi, di vedere anche Rebic (se non sarà ceduto) nel ruolo di numero 9 classico, posizione non particolarmente amata dall’attaccante croato. Parecchi tifosi si aspettavano, a dire la verità, un colpo da novanta in quel ruolo, soprattutto perché Giroud va per i 37 anni, Ibrahimovic ad ottobre ne compirà 41 ed il neo arrivo Origi non è mai stato un bomber da 15 o 20 gol a stagione, motivi che inducevano la tifoseria a sperare in un gran colpo di mercato.

Niente colpaccio

E invece il grande attaccante non arriverà, nessuna spesa folle per il centravanti, nessun’asta per i vari Scamacca, nessun ritorno di fiamma per gli svincolati di lusso come Belotti. Questo perché? Al Milan, nonostante il fresco cambio di proprietà, il budget non sarà illimitato e la coppia Maldini-Massara deve stabilire le priorità della campagna acquisti: va sostituito Kessie, vanno trovati un attaccante laterale di destra ed un fantasista più fisico e più goleador di Brahim Diaz, motivi per i quali sembrano esser state accantonate le ipotesi di colpi importanti in difesa e in attacco.

Strategie

Ma da dove troverà il Milan i gol necessari per lottare ancora per lo scudetto? La convinzione di Pioli e dei dirigenti è che Leao possa definitivamente esplodere anche come bomber e segnare almeno 15 reti; l’investimento per l’attaccante di destra dovrebbe portare ad un elemento in grado di realizzare 10-12 gol (Berardi, ad esempio) ed anche il trequartista dovrebbe averne almeno 7-8 nei piedi. Ecco allora che, unendo a ciò i circa 10 che potrà fare Giroud, i 7-8 di Origi e il jolly Ibrahimovic, al Milan l’idea è che l’attacco possa essere competitivo anche così. Un rischio? Se le pedine del mosaico si incastreranno bene, l’impressione è che ai rossoneri possa anche non servire il super goleador.