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Analisi

Milan: la mente e la materia

Un derby epico, da antologia, di quelli da tramandare in eterno. I tifosi milanisti lo sanno e se lo godono, perché contro un avversario migliore e più in forma, ribaltare la situazione in 180 secondi vale molto più di una semplice vittoria nella stracittadina

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Un derby epico, da antologia, di quelli da tramandare in eterno. I tifosi milanisti lo sanno e se lo godono, perché contro un avversario migliore e più in forma, capace di controllare la partita per 70 minuti circa, ribaltare la situazione in 180 secondi vale molto più di una semplice vittoria nella stracittadina e molto più degli sfottò di lunedì a scuola o in ufficio. Un derby che ha ricordato, nell’andamento e nel tabellino, quello del 23 ottobre 1999 quando l’Inter segnò nel primo tempo con Ronaldo e il Milan capovolse tutto negli ultimi venti minuti con i gol di Shevchenko e Weah.

Andamento

E dire che i rossoneri erano arrivati alla sfida contro i nerazzurri con le solite assenze ed un reparto (quello offensivo) praticamente dimezzato, visti i forfait di Ibrahimovic e Rebic, coi soli Leao e Giroud a disposizione. Anche la condizione fisica sembrava sorridere all’Inter che effettivamente per oltre un’ora ha dato l’impressione di gestire la gara abbastanza bene, mentre il Milan appariva lento e prevedibile. Poi, ecco l’ingresso in campo di Brahim Diaz che ha acceso i rossoneri e confuso un’Inter che ha avuto probabilmente il torto di sentirsi troppo sicura dei tre punti quando era troppo presto.

Importanza

Punti che ha invece portato a casa un Milan tenace, che ha barcollato ma è rimasto in partita fino a piazzare il doppio colpo da ko che ha steso i nerazzurri. E la vittoria ha una doppia, forse triplice valenza: lascia la squadra di Pioli in corsa per lo scudetto, rafforza l’autostima e le certezze dei rossoneri che come al solito nelle difficoltà risorgono alla grande e, chissà, mina qualche sicurezza di un’Inter che magari anche solo inconsciamente, riteneva di avere lo scudetto già in tasca. Classifica e morale nel bagaglio di un Milan che ora deve tenere il fiato sul collo ai dirimpettai cittadini perché forse il meglio deve ancora arrivare.

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