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Analisi

Il Milan americano è una contraddizione senza fine

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A gongolare sono i tifosi di Inter, Juventus, Napoli e Roma, a piangere quelli milanisti che vedono il baratro dell’anonimato tornare ad avvicinarsi con prepotenza dopo 5 anni positivi, uno scudetto ed una semifinale di Coppa Campioni. Il Milan saluterà Stefano Pioli ed accoglierà, se la protesta dei tifosi non farà presa, Julen Lopetegui. Nessuno capisce come si possa preferire il tecnico basco alla schiera di alternative come Conte, Thiago Motta, De Zerbi, o qualche giovane rampante come Van Bommel o Farioli, eppure così hanno ragionato in società.

Scelte

E questo è un altro punto che spiazza il popolo rossonero: il club non vuole Conte (che a Milanello verrebbe a piedi riducendosi anche lo stipendio) perché punta su un tecnico giovane che possa crescere, poi vuole affidarsi ad un signore di 57 anni che in carriera ha raccolto poco o nulla. Onestamente, caro Cardinale, dopo 6 derby persi di fila ed una stagione buttata, con quale ambizione si riparte da un allenatore simile? Come si può solo immaginare di ridurre il divario dall’Inter con un progetto (progetto?) simile? Cosa può inventarsi questo tizio per rifare grande il Milan?

Contraddizioni

Questo Milan, spiace dirlo, ma è tutto e il contrario di tutto: vuole tornare a vincere (almeno così dice), ma è attento solo al bilancio, poi se resta tempo spende soldi per calciatori forti, vuole riunire la tifoseria ma caccia Maldini e non tiene conto dello stato d’animo terribile della gente, appioppandogli un tecnico insulso. Se la scelta del tecnico sarà mediocre, la campagna acquisti sarà l’ennesimo ibrido di una società atterrata su un pianeta sconosciuto e che vuole cambiare il calcio senza saper nulla di calcio. Interisti, juventini e napoletani: godetevi il momento perché potrebbe durare ancora un po’.

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