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Analisi

Corrida Milan: dilettanti allo sbaraglio e veleni in famiglia

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MILANO – Ci mancava anche Gianluca Galliani. Si, proprio lui, il figlio del vecchio amministratore delegato del Milan, sempre presente accanto al padre a seguire le partite della squadra del cuore. Tanto da attirare su di sè negli anni passati anche i cori di scherno delle altre tifoserie, come quello che partiva puntualmente allo stadio Olimpico di Roma quando giocavano i rossoneri: «Il figlio di Galliani è un travestito», solo perchè allora il ragazzo portava i capelli lunghi con la coda.
Ora Gianluca Galliani è cresciuto, lavora nel mondo della musica, ma non ha perso l’amore per il Milan, tanto che proprio nelle ultime ore non ha potuto proprio fare a meno di esprimere il proprio dissenso nei confronti di chi occupa attualmente i piani alti di via Aldo Rossi: «Dirigenti con un monte salariale che rappresenta un unicum nella storia del calcio mondiale che scaricano sempre le responsabilità sugli allenatori e i giocatori senza esporsi… Save AC Milan».

Stiamo riflettendo

Un’accusa pesante, proprio perchè arrivata dal figlio del precedente ad del club rossonero, il quale peraltro ha subito preso le distanza con una dichiarazione rilasciata all’Ansa: «Mio figlio è una persona adulta, non sono certo io l’ispiratore di queste sue parole, che non rispecchiano il mio pensiero».
La triste realtà del Milan però non cambia. Quello che i vari Scaroni, Gazidis, Boban e Maldini hanno messo in scena negli ultimi giorni potrebbe essere materiale ottimo per un’intera puntata della Corrida – Dilettanti allo sbaraglio. In primis il presidente che dalle colonne dell’autorevole quotidiano La Stampa delegittima Giampaolo con il famoso «Stiamo riflettendo» quando ancora l’ipotesi dell’esonero non è ancora venuta fuori. Poi Maldini e Boban che pensano a Spalletti e che sperano di risolvere una questione spinosa come quella che il tecnico di Certaldo ha in sospeso con l’Inter in appena 20 minuti di trattativa, salvo poi tirarsi indietro alla prima difficoltà e virare su Stefano Pioli. Esponendo tra l’altro il neo allenatore rossonero alla furia irrefrenabile del popolo milanista, avvelenato contro la dirigenza più che contro l’allenatore. E in ultimo Ivan Gazidis che, per giustificare l’operato fin qui francamente insufficiente di Elliott, si affretta a ricordare ai tifosi del Milan che se non fosse stato per Singer a quest’ora l’ex club più titolato al mondo sarebbe a marcire in serie D. Niente male davvero.

Ci pensa Pioli

Ora tutto è nelle mani di Stefano Pioli, il che poi richiama a quanto affermato con spietata efficacia da Gianluca Galliani. I vertici dirigenziali del Milan combinano disastri e poi il responsabile è sempre l’allenatore. Più o meno quanto già accaduto a Marco Giampaolo, colpevole di non aver essere entrato subito in sintonia con il mondo Milan e aver costretto la squadra a più di un ribaltone tattico, ma solo perchè gli ineffabili Boban e Maldini non sono stati in grado di costruire una rosa che assecondasse le esigenze del tecnico, con un po’ meno attaccanti esterni e magari un trequartista in grado di organizzare il gioco.
A questo punto non resta che mettersi comodi e restare a guardare cosa succederà nelle prossime settimane, ma una cosa è certa: i dilettanti allo sbaraglio di Casa Milan hanno già stancato i tifosi.

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