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Analisi

De Ketelaere timido a San Siro: ecco perché sta bene a Bergamo

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C’è un frammento di Milan-Atalanta che spiega moltissimo su Charles De Ketelaere, sulla sua esperienza milanista, su quella atalantina e sul suo futuro: Pulisic perde palla in impostazione, il belga gliela cattura e si invola verso la porta di Maignan, seppur decentrato. Ecco, osservate la corsa del fantasista bergamasco, ingobbito, impacciato, lento, tanto che la difesa rossonera ha il tempo di mettere una pezza all’errore. Cosa vi è tornato in mente? Ovviamente il De Ketelaere dello scorso anno, quello timido, quello dalla postura mal messa, quello che non ne azzeccava una.

Differenze

Sarà stata l’aria di San Siro o l’emozione di giocare contro la sua ex squadra? Molto più semplicemente, De Ketelaere ha patito l’enorme attesa nei suoi confronti dopo le ultime ottime prestazioni, i gol e gli assist, la titolarità inamovibile che Gasperini gli ha giustamente concesso. E’ bastato questo per intimidirlo e far durare la sua partita appena 45 minuti, perché il tecnico atalantino, vista la piega che stava prendendo la partita, lo ha lasciato negli spogliatoi, immalinconito come quando in quello spogliatoio sedeva lo scorso anno, sconsolato.

Pressione

A quanto pare, dunque, De Ketelaere soffre particolarmente la pressione, ha un’ansia da prestazione che lo divora, quando tutti gli posano gli occhi addosso si ritira nel suo guscio e le sue esili gambe iniziano a tremare. Kurt Cobain diceva di invidiare Freddie Mercury che si eccitava nei secondi che precedevano l’ingresso sul palco, esaltato dalla folla, mentre lui se la faceva un po’ sotto. Il calciatore belga, probabilmente, patisce la stessa sensazione dello storico leader dei Nirvana, motivo per cui Bergamo e l’Atalanta sembrano la sua dimensione ideale dove sono contenti sia per un secondo che per un ottavo posto, mentre al Milan se perdi una partita si finisce subito sotto processo.

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