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Analisi

Milan: tifosi contro Cardinale sui social, ma stadio pieno. Così vincerà sempre lui

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Ognuno è libero di pensare e di agire come meglio crede. Doverosa premessa, sempre utile in un mondo in cui ormai chiunque si sente in dovere di insegnare la vita agli altri. In questo momento storico, nonostante uno scudetto vecchio di appena 395 giorni, i tifosi del Milan sono in totale rivolta dopo aver visto andar via in meno di un mese prima Paolo Maldini (e Frederic Massara), ignobilmente fatto fuori dalla società, poi Sandro Tonali, venduto a peso d’oro al Newcastle. Social network invasi di insulti, proteste e lagne varie, con l’hashtag #cardinaleout presente sotto ad ogni post.

Incoerenza

La paura è che questa proprietà venda chiunque a fronte di offerte importanti e, soprattutto, non reinvesta i proventi in calciatori di egual bravura ma solamente in giovani promesse alla De Ketelaere. Ma protestare sui social non serve a nulla: a Cardinale tali lamentele arriveranno forse come una eco lontanissima, lui si farà grasse risate ammirando l’assegno del Newcastle e contando i soldini che gli stessi tifosi che lo insultano hanno versato (e continuano a versare) per gli abbonamenti allo stadio e per quelli alle televisioni, al grido unanime di “Gli uomini passano, il Milan resta“. Così, sappiatelo, le cose non cambieranno.

Soluzioni

Come si diceva inizialmente, ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma è chiaro che dichiararsi vegani e poi partecipare ad una battuta di caccia non è proprio la mossa più saggia da fare. Perché se in rete spopolano gli hashtag e le proteste contro Cardinale, abbonarsi e riempire San Siro solo per amore dei colori rossoneri non fa altro che il gioco del proprietario stesso, consapevole che qualsiasi cosa accada, la gente continuerà a portargli soldi. Sì, perché le società di calcio, che se ne dica, non sono dei tifosi, sono delle proprietà e l’unico modo per attuare una protesta vera, massiccia e redditizia è non contribuire economicamente.

Protesta

Immaginate un San Siro vuoto con poche migliaia di spettatori, stile primo turno di Coppa Italia ad agosto contro squadre di serie C. Una mossa simile scuoterebbe le coscienze, obbligherebbe Cardinale a uscire allo scoperto, a spiegare, a chiarire una volta per tutte cosa voglia fare del Milan, messo con le spalle al muro dalla sua stessa tifoseria che dimostrerebbe di non essere manovrabile neanche dall’amore incondizionato verso la squadra. Tornare in 70 mila allo stadio come se nulla fosse, viceversa, convincerebbe la proprietà che, comunque vada, la gente riempirà sempre le loro pance.

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