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Orgoglio rossonero: è un Milan sconfitto che non si arrende mai

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DONNARUMMA – Malgrado si allunghi per tutti i suoi 197 cm non può arrivare sul destro preciso che Chiesa accomoda in fondo al sacco alla sua destra. Idem nella ripresa quando l’ex viola lo castiga di nuovo. Alza il muro al 72’ e chiude lo specchio a McKennie, ma poco dopo l’americano si prende la rivincita e regala il tris a Pirlo. 6

DALOT – Nemmeno 2 minuti di gioco e si fa saltare come un birillo da Frabotta, consentendo una clamorosa occasione da gol per Dybala. È sempre cauto, fin troppo discreto nella sua partecipazione al match. A inizio ripresa però gli arriva un bel pallone sul destro e il giovane portoghese finalmente si fa sentire scaraventando un bolide che costringe Szczesny ad un intervento molto complicato. Nella ripresa continua la sua partita titubante fino a quando Pioli non lo sostituisce con Conti. 5,5 

KJAER – Chiamato al doppio lavoro, non solo coprire la zona battuta da Cristiano Ronaldo, ma anche buttare un occhio a destra dove si muove Dalot che evidentemente non offre garanzie. Gioca una partita positiva ma non è impeccabile in occasione del terzo gol della Juve, quando si perde MacKennie che insacca libero in area. 6 

ROMAGNOLI – Salva un gol praticamente fatto al 20’ quando in scivolata rimpalla una conclusione a botta sicura di Ronaldo. Non riesce a dare adeguata assistenza a Theo Hernandez su Chiesa che raddoppia, poi si fa sfuggire Kulusevski in occasione del terzo gol della Juve. Ingaggia un duello rusticano con Bonucci sui calci piazzati ma non riesce a trovare la zuccata decisiva in area di rigore avversaria. 5,5 

HERNANDEZ – Gravi colpe in occasione dei due gol di Chiesa: il terzino rossonero si lascia superare con troppa facilità dall’attaccante bianconero, tanto che l’ex viola stasera sembra troppo per Theo. Non particolarmente a fuoco anche nella metà campo offensiva e quando gli arriva da Calabria una palla buona al 36’ nel cuore dell’area avversaria, sbaglia in controllo e vanifica l’azione rossonera. Non esattamente la partita dell’anno per il franco-spagnolo. 5 

CALABRIA – L’indole è quella del terzino e inizialmente si vede: è lui che spesso e volentieri retrocede a coprire la zona di campo battuta abitualmente. Poi si scrolla un po’ di dubbi e inizia a giocare una partita coraggiosa, concedendosi anche qualche bel lancio di 40 metri e perfino un gran tiro dal limite al 32’ che si spegne oltre la traversa. Regala anche un bel filtrante a Theo in chiusura di tempo, ma il compagno sciupa l’opportunità. E allora Davidino decide di pensarci da solo e al 40’ la piazza morbida sotto l’incrocio e pareggia i conti. Malgrado l’inconsueta posizione è uno dei più positivi del Milan di oggi. 6,5 

KESSIÈ – Versione diga in mezzo al campo. È l’uomo di maggiore sostanza della mediana rossonera, fa sempre la cosa giusta, con i tempi giusti. Anche il Presidente però risente della mancanza di un centrocampista di ruolo accanto. 6,5

CASTILLEJO – Troppo tenero al 7’ quando una palla vagante finisce sul suo sinistro educato, ma il tiro dell’ex Villarreal non impensierisce il portiere juventino. Lo spagnolo gioca con gagliardia ed impegno ma senza mai trovare lo spunto vincente in grado di cambiare il corso della partita. 6

CALHANOGLU – Tutti i palloni passano dai suoi piedi, non è una novità, a maggior ragione in una giornata del genere in cui al Milan mancano centrocampisti di qualità. Hakan ci prova ostinatamente anche dalla distanza costringendo alla fine del primo tempo Szczesny ad un paio di parate a terra nel giro di pochi minuti. Semplicemente sontuosa la giocata in apertura di ripresa che consente al norvegese Hauge di partire veloce nella metà campo avversaria. Tenta ancora la conclusione al minuto 84’ ma ancora una volta il portiere polacco gli dice no. 6,5

HAUGE – Prova una conclusione timida in avvio, poi è bravo a mettere in ritmo Leao al 27’ e il Milan sfiora il pareggio. Sembra un po’ spaesato ma alla fine riesce a fare tante piccole cose importanti, come il passaggio che innesca Leao in occasione del pareggio del Milan. In avvio di ripresa lascia il posto a Brahim Diaz. 6 

LEAO – Primo spunto di serata dopo 3 minuti, ma il destro dal limite è lento e fuori misura. Ben più precisa, e anche più pericolosa, la discesa al 21’ di Leao conclusa con una gran conclusione di sinistro che termina di poco a lato. Pronta e potente la sassata di sinistro al 27’ che Szczesny riesce a deviare in angolo. Sempre più calato nei panni di vice-Ibra anche in versione assist-man: a beneficiarne è Calabria che pareggia. Nella ripresa cala sensibilmente, ma la prova del portoghese è comunque positiva. 6

BRAHIM DIAZ – Trottolino amoroso si invola sulla fascia sinistra al 73’ e mette in allarme l’intera difesa bianconera. 6

MALDINI – La bella azione in pieno recupero meriterebbe una migliore conclusione. Il figlio d’arte però, anzichè servire Diaz tutto solo, tenta un’improbabile azione personale che si conclude con un nulla di fatto. 6

KALULU –  s.v.

ANDREA CONTI – s.v. 

COLOMBO – s.v. 

PIOLI – Più si va avanti, più si fa complicata per mister Pioli: all’appuntamento con la storia si presenta senza 7 giocatori, almeno 5 titolari, non esattamente il viatico migliore per affrontare i campioni d’Italia e i favoriti della vigilia per trionfare anche quest’anno. E infatti alla fine il Milan è costretto a subire la prima sconfitta stagionale in campionato. Questa squadra però, e naturalmente il suo allenatore, merita tutti i nostri applausi per aver affrontato la Juve a viso aperto malgrado l’assoluta emergenza. Una prova che, al di là della sconfitta, lascia ben sperare per il prosieguo della stagione. 6

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