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Analisi

Thiago Motta schianta la Roma, ma il Milan incontra Lopetegui

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Anziché seguire uno dei derby più scontati ed inutili della storia, proprietà e dirigenza del Milan avrebbero fatto meglio a concentrarsi sulla sontuosa prova del Bologna in casa della Roma, proprio contro quella squadra che pochi giorni prima aveva seppellito i rossoneri nonostante l’inferiorità numerica. Bologna lanciato verso la Coppa Campioni e guidato da un tecnico straordinario, capace di valorizzare una rosa buona ma non certo superiore a quelle di Roma, Atalanta, Napoli e, probabilmente, Fiorentina e che sono, invece, tutte alle spalle dei rossoblu felsinei.

Scelte

Thiago Motta sarebbe il profilo perfetto per il Milan: giovane, ambizioso, carismatico, bravissimo a lavorare coi giovani (guardate cosa ha fatto con Zirkzee), ovvero tutto ciò che la società milanista (almeno a parole) dice di cercare per il post Pioli. Ibrahimovic dovrebbe chiamare il suo ex compagno di squadra all’Inter, dargli un appuntamento e schiaffargli un contratto in bianco sotto il naso, ma in realtà ai piani alti di Milanello, o dove accidenti è la sede, pensano ad altro, pensano a Julen Lopetegui, magari non proprio il Giampaolo spagnolo, ma poco ci manca.

Profili

Lopetegui, con tutto il rispetto, non è giovane, non è ambizioso, non è carismatico, da Madrid e da Siviglia è stato cacciato perché poco incline a sopportare le pressioni, con la nazionale spagnola subentrò dopo Euro 2016 facendo discretamente. Un curriculum che tutto farebbe pensare tranne ad una chiamata di un grande club in cerca di rilancio, e invece il lungimirante Cardinale pare abbia già incontrato il tecnico iberico che tergiversa col West Ham (che lo riempie di soldi) per aspettare i rossoneri. Come sempre, qualora questa tremebonda ipotesi dovesse concretizzarsi, chi è causa del suo mal pianga sè stesso.

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