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Analisi

Milan: come cambia la posizione di Pioli

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MILANO – Che l’annata del Milan sia un autentico disastro è tesi ormai acclarata: con 10 sconfitte ed appena 36 punti in 26 giornata, la formazione rossonera ha mostrato limiti tecnici, mentali e strutturali, segno che il progetto societario è miseramente fallito. E, non fosse stato per l’intuizione di Boban e Maldini di riportare a gennaio a Milanello Zlatan Ibrahimovic e tutto il suo carisma, le cose forse oggi sarebbero state addirittura peggiori. Ma la situazione è in costante evoluzione e non è affatto certo che il Milan dell’anno prossimo sarà lo stesso di quest’anno.

Panchina

L’allenatore di oggi è Stefano Pioli, non certo il tecnico dei sogni di proprietà, dirigenti e tifosi, ma un serio professionista che sin qui ha fatto quel che ha potuto dopo essere subentrato a Marco Giampaolo ad ottobre. Pioli ha incassato diversi attestati di stima da parte del club ma è stato a sua volta delegittimato nelle ultime settimane quando prima la stampa tedesca e poi Zvonimir Boban hanno smascherato l’oscuro lavoro dell’amministratore delegato milanista Gazidis che già da dicembre flirta con Ralf Rangnick per strapparlo alla Red Bull e trasformarlo nel nuovo allenatore del Milan a partire dal prossimo 1 luglio.

Condizione

Una rivelazione che all’apparenza non ha scalfito l’umore di Pioli, rincuorato anche dallo stesso Gazidis, ma che ha di fatto alterato i già precari equilibri dello spogliatoio, col risultato che la squadra ha perso in casa col Genoa e che il suo tecnico, con l’ombra di Rangnick sul groppone, possa rischiare d’ora in poi di vivere con un morto che cammina nei corridoi di Milanello, consapevole che il suo destino ormai segnato lo porterà lontano dal Milan qualunque sia il suo rendimento da qui alla fine stagione, sempre che la stessa riprenda. Ma cosa può fare Pioli di fronte ad un esonero quasi annunciato?

Futuro

Pioli ha di fronte a sé due scelte: dimettersi sin da subito, offeso da un club che ha contattato un altro allenatore a stagione in corso, delegittimando di fatto il suo operato, oppure proseguire nel suo lavoro tappandosi naso ed orecchie, dando il massimo fino alla fine da valido e serio professionista. E se la prima ipotesi è caduta sul nascere, la sensazione è che il tecnico emiliano voglia giocarsi tutte le sue possibilità, anche alla luce delle voci che arrivano dalla Germania e che parlano di un Rangnick non così convinto di accettare la proposta del Milan in estate. Forse un semplice spiffero, di certo un nuovo impulso alle motivazioni di Stefano Pioli, pronto a rimanere aggrappato alla panchina milanista in ogni modo e fino all’ultimo giorno in cui ciò gli sarà concesso.

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