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Analisi

Serie A sospesa: quattro le soluzioni al vaglio

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ROMA – L’emergenza legata al coronavirus ha costretto a casa anche lo sport, con la conseguente sospensione di tutte le attività sportive, campionati di calcio compresi. Certo, l’interruzione della serie A è il problema minore in un’Italia in difficoltà e praticamente bloccata da nord a sud, ma anche il mondo del pallone dovrà ripartire una volta terminato lo stato di allarme e la ripresa non sarà affatto semplice, perché di date disponibili per recuperare le giornate saltate ce ne sono poche e perché alle porte (inizio il 12 giugno) ci sono i campionati europei, per il momento non messi in forse dalla Uefa ma che potrebbero invece essere posticipati per permettere la conclusione dei tornei nazionali non ancora portati a termine.

Difficoltà

In verità, un campionato di calcio in Italia non viene interrotto dall’inizio degli anni quaranta quando l’entrata in guerra costrinse il paese a bloccare tutte le manifestazioni sportive, come del resto accaduto già nel 1915 per il primo conflitto mondiale. Erano però altri tempi, il calcio occupava una posizione del tutto marginale nei tifosi e nell’economia della nazionale, non esisteva la Lega Calcio né tantomeno i diritti televisivi, elementi che invece oggi sono assai rilevanti anche in un momento di emergenza come quello attuale. Le normative ufficiali sono vaghe, così come incerta appare anche la data del 3 aprile che ad oggi coincide con la fine dello stato di allerta.

Scenari

Le soluzioni, però, appaiono sostanzialmente quattro: la prima è quella auspicata dai club di serie A, ovvero lo slittamento degli Europei a settembre o a giugno 2021, permettendo così alla serie A di recuperare le giornate da aprile a giugno inoltrato e disputare anche il ritorno delle semifinali e la finale di Coppa Italia. La seconda possibilità, qualora la Uefa si opponesse al posticipo del campionato europeo, sarebbe quella di studiare un nuovo calendario giocando le gare di recupero ogni due giorni e spostando gli atti finali della Coppa Italia ad agosto, obbligando inoltre i calciatori coinvolti con le nazionali ad un tour de force che terminerebbe all’inizio di luglio. La terza, curiosa ma non da escludere a priori, quella dello svolgimento dei playoff scudetto e dei playout per la retrocessione, stabilizzando con le attuali posizioni la classifica per i piazzamenti europei.

Blocco

Infine, ecco lo scenario più estremo e, francamente, meno probabile: il congelamento del campionato con la cristallizzazione dell’attuale classifica senza l’assegnazione dello scudetto, senza retrocessioni e atta semplicemente a consegnare all’Uefa le 7 partecipanti alle prossime coppe europee. Va detto che lo statuto della Federcalcio non prevede tale ipotesi che andrebbe, oltretutto, incontro alla protesta delle televisioni, delle squadre in corsa per scudetto e piazzamenti europei e, in ultimo, delle formazioni di serie B in lotta per una promozione a quel punto solamente virtuale. Grattacapi che solamente il tempo e la coesione di tutte le parti riusciranno a diramare da qui al prossimo consiglio federale del 23 marzo.

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