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Analisi

Nel processo al Milan è Ibrahimovic il grande imputato

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Il Milan è una vera e propria polveriera, non tanto nello spogliatoio o in società, quanto fra club e tifosi. Il pubblico è sul piede di guerra dopo un’annata deludente e l’incomprensibile scelta di sostituire Pioli con Fonseca, decisione che ha mandato su tutte le furie il popolo rossonero, inferocito con la proprietà, ritenuta poco ambiziosa, e con la dirigenza che continua a non rilasciare dichiarazioni e, quando ci riesce, fa rimpiangere il precedente mutismo. Una situazione che rischia di diventare sempre più pesante, soprattutto se la campagna acquisti estiva dovesse portare nomi dello stesso livello dell’allenatore.

Critiche

E poi c’è Zlatan Ibrahimovic, forse l’uomo da cui la tifoseria milanista si attendeva di più e che, viceversa, sembra inghiottito dall’apatia più totale. E’ bastata una foto pubblicata dallo svedese su Instagram un paio di giorni fa per scatenare la rabbia: Ibra sembrava ruggire nell’istantanea, proprio come una belva feroce, ma lo scatto non ha convinto i tifosi e sotto il post i commenti erano unanimemente negativi, chi lo esortava a concentrarsi di più sul suo lavoro, chi gli dava della figura inutile in società, chi scriveva soltanto #fonsecaout oppure #antonioconte.

Ruolo

La realtà è che il pubblico è arrabbiato e non comprende ancora le vere competenze dell’ex fuoriclasse, chiuso in un panino da Furlani e Moncada in una dirigenza che, dopo l’allontanamento di Paolo Maldini giusto un anno fa, ha deciso di lavorare in gruppo come quando a scuola si fanno fare le ricerche agli alunni divisi in 3-4 raggruppamenti. I tifosi si aspettavano che Ibrahimovic si imponesse sulla scelta del nuovo tecnico, soprattutto che spingesse per allenatori di maggior carisma e caratura. Invece lo svedese parla poco e decide ancora meno, lasciando i suoi “seguaci” sempre più soli ed abbandonati.

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