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Analisi

Cerchio chiuso: da Bergamo a Bergamo il capolinea del Milan di Pioli

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A dicembre del 2019 dopo la fragorosa batosta di Bergamo e i 5 gol subiti contro l’Atalanta, nasceva di fatto il Milan di Pioli che da quel cappotto fu capace di tirar fuori anima ed armi che avrebbero portato allo scudetto del 2022. E a dicembre del 2023, vale a dire 4 anni dopo, il Milan di Pioli chiude il cerchio e, con tutta probabilità, arriva al proprio capolinea, abdicando nella corsa scudetto e puntando solamente a salvare la stagione in attesa che a giugno venga ufficializzato il nuovo allenatore che ancora non si sa chi sarà, ma per cui la dirigenza ha tutto il tempo per organizzare incontri e colloqui.

Analisi

Atalanta-Milan, tuttavia, non è stata neanche la peggior partita stagionale dei rossoneri (il che è tutto dire), anzi, la squadra di Pioli ha saputo reagire al doppio svantaggio e, per una volta, ha rimontato due reti anziché farsele rimontare, non ha sfigurato in attacco dove hanno fatto gol entrambi i centravanti, ha mostrato il solito monumentale Maignan, ma ha pasticciato in difesa dove almeno due reti su tre sono state gentili concessioni agli increduli atalantini, per non parlare delle autostrade lasciate a De Ketelaere che, per fortuna del Milan, è appunto De Ketelaere e si è divorato occasioni che Origi a confronto era Inzaghi.

Futuro

Il presente dice che il Milan è fuori dalla lotta scudetto (se mai vi sia entrato), perché l’Inter è di un altro pianeta e la Juventus, pur se inferiore ai nerazzurri, ha comunque più fame della squadra di Pioli che sta sparando le sue ultime cartucce. Quarto posto e più strada possibile nelle coppe è l’ultimo compito del tecnico parmense che a giugno lascerà la panchina a qualcun altro: Thiago Motta? Italiano? Palladino? Un nome straniero a sorpresa? Difficile che la lista possa ampliarsi ad allenatori più blasonati, il progetto del Milan parla chiaro e allora meglio ricostruire con un giovane preparato ed ambizioso che sguazzare ancora.

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