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Milan, difesa da incubo: sconfitta meritata malgrado tre rossoneri

Una fase difensiva imbarazzante per il Milan che rischia di subire almeno mezza dozzina di gol. Ne incassa solo tre per i regali di Cdk e i miracoli di Maignan. Giroud e Jovic riprendono il match due volte, ma alla fine è Muriel a decidere in pieno recupero.

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MAIGNAN – Si deve inginocchiare dopo due minuti a raccogliere una mozzarellina tremolante offerta da Cdk a pochi metri dalla porta. L’ex compagno lo risparmia un paio di volte, ma tanta cortesia viene poi scontata quando il tiraccio di Lookman, deviato da Tomori, finisce in porta nel finale del primo tempo. Nel finale di match sfodera una doppia parata da miracolo, come di consueto, per porre rimedio ai contrasti imbarazzanti di Tomori e Calabria ai danni di un indemoniato Scalvini, ma non può nulla di fronte al tacco di Muriel, lasciato tutto solo davanti alla sua porta. 7

CALABRIA – Anche lui all’inseguimento, vano, di Lookman in occasione del gol orobico. Tenta di rifarsi con un tiro pretenzioso e fuori dagli schemi che non fa neppure il solletico a Musso. Fuori posizione mentre Cdk porta a spasso Chukwueze e serve a Lookman la palla giusta per il raddoppio. Rimedia un paio di cartellini gialli, frutto di inadeguatezza in fase difensiva, e lascia i compagni in dieci nel convulso finale di partita. Tempo un minuto in inferiorità numerica e Muriel riporta in vantaggio i nerazzurri. 3

TOMORI – È sua la sfortunata deviazione che inganna Maignan e regala il vantaggio all’Atalanta. Totalmente fuori posizione su Lookman nell’azione del raddoppio atalantino. Ma non è finita la serata raccapricciante di Tomori: prima si fa spazzare via da Scalvini nel finale che per fortuna si ferma davanti a Maignan, poi lascia libero Miranchuk di regalare l’assist vincente a Muriel per la terza segnatura atalantina. 3

HERNANDEZ – Rimedia una scarpata da Koopmeiners dopo 5 minuti che fa gelare il sangue nelle vene dei milanisti. Per fortuna Theo si rialza e torna in campo. Inaccettabile però la dormita al 9’ che consente a De Ketelaere di colpire a botta sicura a 2 metri dalla porta. Il belga si divora un gol ciclopico e il francese ringrazia. Al 27’ va giù troppo facilmente dopo un contrasto con Cdk, ma l’arbitro La Penna lo grazie fermando il gioco. Tenta la conclusione velleitaria sul finale del primo tempo, ma il tiro finisce mollemente fuori. La serata da incubo di Theo purtroppo però non è finita e infatti è lui a guardare a debita distanza Lookman colpire a botta sicura da dentro l’area di rigore e riportare l’Atalanta in vantaggio. 3

FLORENZI – Occupa una posizione ibrida: esterno mancino in fase difensiva, centrocampista centrale aggiunto in impostazione. Stenta a contenere Zappacosta quando avanza, ma è dal suo piedino dolce che parte il corner che si adagia morbido sul capoccione di Giroud per il pareggio rossonero. 5

LOFTUS-CHEEK – Al 12’ indossa l’armatura e scende in battaglia contro tutto il centrocampo avversario. Un segnale incoraggiante all’inizio del match, poi purtroppo disatteso: è l’inglese infatti ad essere letteralmente gabbato da Lookman in occasione del vantaggio bergamasco. Non è certo la migliore versione del bel calciatore ammirato a inizio stagione e infatti nel finale Pioli lo sostituisce. 4

MUSAH – Salvataggio prezioso nel cuore dell’area a spazzare via un pallone radente di Zappacosta al 35’. Per il resto tanta corsa, ma quasi pressochè inutile. 4,5

REIJNDERS – Ingaggia un duello rusticano in salsa olandese con il compagno di nazionale Koopmeiners. Quando gli arriva la palla buona per concludere a rete, lo fa malissimo alla mezz’ora. Stranamente impreciso e poco efficace, segno inequivocabile di stanchezza. Comprensibile visto che il povero Tiji è l’unico che non ha mai riposato. 4,5

CHUKWUEZE – Sa di dover dimostrare ancora tanto, perchè l’unico gol realizzato in Champions (peraltro inutile) non può bastare, ma fatica a entrare in partita, ben controllato da Ruggeri e Scalvini. Quando lo fa, con una gran giocata al 31’, non trova appoggio dai compagni. A inizio ripresa non riesce a fronteggiare De Ketelaere e l’Atalanta raddoppia. Inutile dietro, inoffensivo davanti, Pioli lo richiama negli spogliatoi. 4,5

GIROUD – Ha subito un’occasione gigante per portare in vantaggio il Milan, ma la sua conclusione a botta sicura è respinta da Djimsiti. Di nuovo fortunato dopo un rimpallo, Oli conclude debolmente e ancora una volta si fa rimpallare il tiro dal limite. Sembra debilitato, anzichè rigenerato, dalle due settimane di sosta forzata. Ma questo è solo quello che vuole far credere alla difesa avversaria che allo spirare del primo tempo può solo ammirarlo mentre si inerpica fino al terzo piano per inzuccare il pallone e spedirlo in fondo al sacco. 7

PULISIC – Subito incisivo con un paio di discese pericolose sulla sinistra. Gioca un po’ a sprazzi ma la sensazione che offre è quella di essere uno dei pochi milanisti pericolosi in fase offensiva. E infatti nel finale è l’americano a confezionare l’assist del pareggio di Jovic. 6,5

dal 60’ BENNACER – Pioli si fida del suo scudiero e lo getta subito nella mischia dopo il secondo vantaggio bergamasco. L’algerino prova a mettere ordine ma la manovra rossonera è all’insegna del caos totale. 5,5

dal 71’ JOVIC – È l’ancora di salvezza di Pioli che punta sul serbo per provare a raddrizzare il risultato. Detto fatto, al minuto 80’ l’ex viola raccoglie un invito delizioso di Pulisic e stampa il 2-2 e il suo secondo gol consecutivo in rossonero. 7

dal 87’ ADLI – s.v.

PIOLI – Chiede ai suoi di fare un gran movimento, sovrapposizioni, interscambio di posizioni. L’obiettivo è quello di creare un vortice che, approfittando delle marcature a uomo dei bergamaschi, mira a confondere gli avversari. L’unica cosa che Pioli riesce a ottenere, invece, è una confusione imbarazzante nella manovra rossonera e, ancora più grave, una fase difensiva vergognosa. Alla fine la sconfitta è netta e meritata, malgrado la buona prestazione degli attaccanti del Milan che provano per ben due volte a raddrizzare il match. Ma di fronte a tale pochezza difensiva c’è davvero poco da fare. 2

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