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Analisi

La regressione del Milan preoccupa più della classifica

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Appena una decina di giorni fa il Milan era la favorita per la vittoria dello scudetto, giocava meglio delle rivali, appariva sicuro e motivato, oltre ad avere il destino fra le proprie mani, ovvero vincendo sempre non si sarebbe più dovuto preoccupare dei risultati degli altri. Ciò, ora, non è più possibile perché i rossoneri si sono fatti mangiare 4 punti in 2 partite dall’Inter che ha sempre una partita da recuperare ed è ora nelle stesse condizioni del Milan in precedenza: se i nerazzurri fanno filotto sono campioni. I due 0-0 consecutivi contro Bologna e Torino parlano tanto per la squadra di Pioli.

Calo

Il Milan, del resto, ha smesso di segnare ormai da un mese: ha vinto a Napoli grazie alla zampata di Giroud, ha battuto Empoli e Cagliari con due fucilate di Kalulu e Bennacer da fuori area, ha pareggiato a reti bianche contro l’Inter in Coppa Italia e contro Bologna e Torino in campionato. La regressione appare evidente, perché i rossoneri faticano a buttarla dentro, arrivano bene fino ai sedici metri avversari, ma sono sterili in area; in fondo, l’ultimo gol di un attaccante è quello già citato di Giroud al San Paolo ed è datato ormai 6 marzo, più di un mese.

Motivazioni

Dell’astinenza da gol milanista sono responsabili sia i calciatori che l’allenatore. In campo, l’apporto di Leao è notevolmente calato e si sente. Il portoghese fino a un mese fa era devastante, oggi sembra tornato quello del passato, abulico ed indolente; gli servirebbe probabilmente un po’ di riposo, ma di Rebic si sono perse le tracce e Leao è costretto a non poter rifiatare. Anche a destra, il Milan latita: Saelemaekers non ne azzecca una, Messias è tanto fumo e niente arrosto, per non parlare di Brahim Diaz che sulla trequarti ha perso tutto lo spunto che aveva mostrato ad inizio stagione.

Panchina

Pioli è sfortunato perché al momento non ha cambi: il già citato Rebic sta mancando, Ibrahimovic fatica a rientrare ed è falcidiato dagli acciacchi dell’età, un fantasista di riserva non esiste e quando esce Brahim Diaz devono alternarsi Kessie e Krunic che aumentano chili e muscoli ma non possono portare qualità. L’allenatore rossonero, però, è chiamato a far cambiare marcia ai suoi, perché nel momento in cui doveva spiccare il volo, la sua squadra si è inceppata e questo ricade inevitabilmente anche sulla guida tecnica.

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