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Analisi

Un mistero chiamato Cutrone

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MILANO – Certe storie nel calcio sono inspiegabili e sembrano non seguire alcun filo logico. Prendiamo il caso di Patrick Cutrone, attaccante italiano classe 1998, cresciuto e sbocciato nel Milan con cui sembrava un predestinato fra il 2016 ed il 2019, tanto che molti tifosi rossoneri lo avrebbero visto volentieri come titolare della squadra, perché considerato l’astro nascente della scuola milanista, dotato di istinto del gol, grinta, dedizione al lavoro e al sacrificio, nonché innamoratissimo della maglia rossonera, al punto che quando fu ceduto dal club milanese in parecchi gridarono allo scandalo.

Declino

Effettivamente, i numeri del Cutrone milanista erano di tutto rispetto: 10 gol nel campionato 2017-2018, più 2 in Coppa Italia e 6 in Coppa Uefa, 3 nella serie A 2018-2019, oltre a 2 in Coppa Italia e a 4 in Europa. Il giovane attaccante comasco appariva davvero in ascesa e sembrava possedere tutte le caratteristiche, tecniche e temperamentali, per affermarsi ad altissimi livelli. Dopo il Milan, però, Cutrone è praticamente sparito: col Wolverhampton ha segnato 2 reti in 6 mesi, poi è andato in prestito alla Fiorentina dove, nonostante 4 gol in 19 partite, non ha convinto del tutto.

Involuzione

I viola, dopo un anno solare, infatti, lo hanno rispedito in Inghilterra dove però Cutrone ha avuto ancor meno possibilità di prima, finendo col passare al Valencia nella stagione scorsa ma raccogliendo appena 7 gettoni di presenza e senza l’ombra di un gol. Oggi l’ex milanista è tornato al Wolverhampton, ma difficilmente rimarrà in Premier League, anche se ora trovargli una nuova squadra rischia di essere complicato perché la punta italiana non segna dal 19 luglio 2020 (Fiorentina-Torino 2-0) e sembra, ad appena 23 anni, un calciatore in clamorosa ma progressiva decadenza.

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