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Analisi

I capolavori creativi del Milan di Maldini

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MILANO –Quando non si hanno a disposizione budget illimitati bisogna provare ad essere creativi“. Parole e musica di Paolo Maldini nel post Atalanta-Milan, la gara che ha riportato i rossoneri in Coppa dei Campioni dopo 7 anni di attesa. Un ritorno atteso da tanto e celebrato da un ambiente che troppi bocconi amari aveva ingoiato ultimamente, ma che ora può tornare a respirare aria d’Europa vera, con la speranza che questo sia soltanto il primo passo verso quei grandi livelli che per decenni hanno caratterizzato il Milan.

Capacità

Molto del merito del secondo posto ottenuto dai rossoneri in campionato va ascritto a Stefano Pioli e al suo gruppo, ma certamente anche Paolo Maldini può essere considerato uno dei protagonisti dell’obiettivo raggiunto. Il direttore tecnico milanista ha ottimizzato le risorse e nelle ultime due stagioni ha azzeccato quasi tutte le mosse di mercato: Theo Hernandez, ad esempio, è sbarcato a Milanello con tante perplessità ed è finito col diventare il miglior terzino della serie A. E che dire di Brahim Diaz? Altro esubero del Real Madrid, trasformatosi in una delle risorse di Pioli.

Mosse

Il talento spagnolo, pur con poca continuità, è stato decisivo nel momento cruciale dell’anno, proprio come Rebic, arrivato in prestito dall’Eintracht Francoforte e che si è rivelato un colpo azzeccato, nonostante qualche pausa di troppo. A gennaio, poi, è vero che l’arrivo di Mandzukic non è stato indovinato, ma il blitz col Chelsea per il prestito di Tomori ha garantito al Milan forza e solidità in difesa, anche a fronte dei dubbi che circondavano lo stopper anglo canadese e che invece proprio Paolo Maldini non ha mai avuto.

Crescita

L’ex capitano rossonero ha certamente commesso anche diversi errori, su tutti quelli legati ai rinnovi di contratto di Calhanoglu e Donnarumma, arrivati a scadenza con colpevoli responsabilità dirigenziali, ma è stato lo stesso Maldini ad ammettere che il suo percorso è iniziato da poco e che anche lui dovrà maturare moltissimo in un mestiere per lui nuovo e con tante insidie davanti. Ma il percorso milanista è in fondo iniziato ora e tanto la squadra quanto i dirigenti hanno tempo, modo e possibilità di trasformarsi in uno dei club migliori d’Italia, riportandolo finalmente a quei fasti che tutti attendono.

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