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Analisi

Tre opzioni sul futuro di Ibrahimovic

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MILANO – La storia d’amore fra il Milan e Zlatan Ibrahimovic è ricominciata lo scorso gennaio dopo quasi 8 anni di lontananza, eccitando il popolo rossonero che ha ritrovato dopo tanto tempo un leader ed una guida, sia dentro che fuori dal campo, uno dei campioni più amati nella storia del club, ceduto nell’estate del 2012 solo dalla suicida politica di Silvio Berlusconi e con il fuoriclasse svedese che, per sua stessa ammissione, mai avrebbe lasciato Milanello per propria volontà.

Scadenza

Ibrahimovic che ha fatto sentire immediatamente tutto il suo carisma, diventando in un attimo il punto di riferimento di uno spogliatoio troppo giovane, troppo inesperto e incapace di sostenere con lucidità ed equilibrio i momenti di difficoltà di una stagione complicatissima. Eppure, i nodi sul futuro del centravanti scandinavo non mancano: col contratto in scadenza a giugno, infatti, Ibrahimovic ed il Milan dovranno incontrarsi per decidere cosa fare, con segnali al momento tutt’altro che incoraggianti.

Delusione

Al calciatore, infatti, non è andato per nulla giù di buon grado il licenziamento di Zvonimir Boban, ovvero l’uomo che più di tutti già da novembre aveva iniziato a combattere per un ritorno dello svedese a Milano. Inoltre, i rapporti fra Ibrahimovic e l’amministratore delegato del club Gazidis non sono particolarmente buoni, anzi, le vedute sono diametralmente opposte: l’uno vorrebbe giocare in una squadra composta da giovani talenti e uomini maturi, l’altro vede in un organico di soli under 24 l’arma giusta per risalire la china.

Ipotesi

Gazidis, però, stando a quanto trapela da ambienti vicini al Milan, non avrebbe bocciato del tutto l’idea di un rinnovo per Ibrahimovic, anche perché l’impatto devastante avuto dal campione classe ’81 non è passato inosservato neanche al manager sudafricano. Il giocatore, comunque, vorrebbe giocare ancora un altro anno, sia perchè si sente bene fisicamente ed ha voglia, sia perché non vorrebbe chiudere la sua carriera legando il suo ultimo anno alla drammatica annata segnata dal coronavirus. Cosa può succedere allora da qui alla prossima stagione?

Ancora Italia

All’orizzonte ci sono tre strade: priorità al Milan, per cui se il dialogo con Gazidis fosse soddisfacente, Ibrahimovic chiuderebbe la sua vita calcistica in rossonero. Seconda ipotesi: giocare ancora rimanendo in Italia, paese che lo svedese ama particolarmente; in questo caso si riproporrebbe la candidatura del Bologna (grazie ai rapporti fra Ibra e Mihajlovic), così come l’interesse del Napoli, caldeggiato dal presidente De Laurentiis in persona. Infine, occhio all’Inter, alla ricerca di un vice Lukaku di esperienza; tornando in nerazzurro, Ibrahimovic rimarrebbe a vivere a Milano, anche se dovrebbe ricostruire da zero le ormai pessime relazioni col popolo interista.

Sorprese

Infine il ritiro, ultima opzione in ordine di preferenze, ma non da scartare a priori. Il prossimo 3 ottobre Ibrahimovic spegnerà 39 candeline e, nonostante la sua integrità fisica e la sua mentalità al momento intatta, qualora di fronte a sé non ci fossero opzioni gradite o stima e fiducia incondizionata, il campione scandinavo potrebbe anche decidere di appendere gli scarpini al chiodo, scegliendo la strada del marketing o iniziando ad affiancare Mino Raiola che volentieri lo includerebbe nel suo progetto lavorativo. I colpi di scena con Ibrahimovic non mancano, anche se il suo primo pensiero ancora oggi e nonostante tutto si chiama sempre Milan.

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