Analisi
Diamo un voto allo strano calciomercato del Milan

Le cessioni di Furlani, gli acquisti in comproprietà fra l’amministratore delegato e Igli Tare, l’aiuto dei soliti procuratori amici, qualche piccola indicazione di Allegri, tanti soldi incassati, non tutti reinvestiti. Questo il calciomercato del Milan nell’estate del 2025, una campagna acquisti che a sentire Furlani non doveva essere una rivoluzione ma solamente un puntellamento della rosa che aveva trionfalmente conquistato l’ottavo posto e che, invece, è stata molto più che una rivoluzione con metà dell’organico fatto secco e tanti volti nuovi. Ma il Milan si è rinforzato o indebolito rispetto ad un anno fa?
Difesa
Difficile rispondere seccamente, meglio andare per ordine. La difesa è la grande nota dolente del mercato: Allegri, per disperazione, è passato a 3 sperando di tirarne fuori almeno uno decente. Tomori e Pavlovic restano troppo confusionari per ciò che si aspetta il tecnico, Gabbia è discreto, De Winter vedremo, serviva un centrale di esperienza e spessore, il team (dis) integrato ha portato uno sconosciuto diciannovenne che ha giocato 3 partite in Bundesliga e che in Germania conoscono meno di noi. Estupinan non è Theo Hernandez ma neanche Emerson Royal, Athekame serve più per i meme che ad Allegri.
Centrocampo
La mediana è il fiore all’occhiello del calciomercato rossonero: Modric avrà pure 40 anni ma dispensa calcio come pochi, ha carisma, esperienza e mentalità; Ricci dà ordine ed equilibrio al centrocampo, Jashari, al di là dell’infortunio, è un bel colpo in prospettiva, specie quando Modric saluterà, Rabiot è un acquisto fondamentale per il gioco di Allegri e perché garantisce fisicità, inserimenti e quei 6-7 gol che l’allenatore chiedeva a Loftus-Cheek e (sa Dio perché) a Fofana. Importante pure la conferma di Saelemaekers (ormai inamovibile), importantissima la partenza di Musah che non correrà più il rischio di mettere piede in campo con la maglia del Milan, almeno per un anno.
Attacco
Il grande equivoco. Allegri voleva Vlahovic, i dirigenti hanno avuto quasi 3 mesi per trovare la formula giusta per convincere il serbo, ma l’idea probabilmente neanche li ha sfiorati, così come l’attaccante non ha visto motivi (né tecnici e né economici) per trasferirsi a Milano. La confusione è regnata sovrana: si è passati dalle visite mediche di Boniface, poi rispedito in Germania, al volo prenotato e disdetto per Harder, fino ai quattrini spesi per Nkunku che, però, Allegri ha candidamente confessato di non sapere come schierare. Infine lo scambio imbastito e non concretizzato con la Roma fra Gimenez e Dovbyk che lascia due centravanti scontenti e riserve.
Conclusioni
E dire che Tare ad inizio mercato aveva tracciato l’identikit della punta ideale da acquistare, ovvero una copia di Giroud. Risultato? Ovviamente nessuno ha ascoltato il direttore sportivo (e quindi l’allenatore), con la squadra che, probabilmente, giocherà con Leao centravanti ed uno a turno fra Pulisic e Nkunku ad agire in rifinitura al portoghese. Gimenez si accontenterà di entrare al 60′ o, in alternativa, nelle gare più spigolose da sbloccare. Che voto dare, allora, alla campagna acquisti del Milan? Onestamente il giudizio è sufficiente, ma è la media fra il 5 della difesa, l’8 del centrocampo e il 5 dell’attacco. Solo il campo, però, dirà chi avesse realmente ragione.
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