Analisi
Risparmio e fattore C. Il calciomercato del Milan

Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Così dicevano i latini per spiegare che dai propri errori si può e si deve imparare per migliorare e non commetterli più in futuro. Al Milan, invece, questa massima non l’hanno capita o, molto più probabilmente, non interessa nulla applicarla perché alla proprietà e alla dirigenza rossonera tutto ciò che riguarda il lato sportivo è di nessun valore, anzi, l’unico obiettivo è far finire la squadra tra le prime quattro della serie A, meglio se terza o quarta per non innalzare di troppo le aspettative del pubblico. E poi, naturalmente, risparmiare e incassare, incassare e risparmiare, senza progetti, senza logica, senza cuore.
Costi
Nonostante l’ad Furlani avesse detto che il Milan, per come è messo economicamente, non aveva bisogno di vendere per comprare, il calciomercato milanista è composto da due logiche: si vende quando c’è un’offerta congrua, si compra alla metà; e poi: non entra nessuno se qualcun altro non esce. E’ arrivato un direttore sportivo, Tare, ma non se n’è accorto nessuno ed i nuovi acquisti portano tutti la firma di Furlani, con il dirigente albanese che si è limitato a qualche telefonata per Jashari e a qualche operazione minore tipo appioppare Bondo alla Cremonese. Per il resto, Ricci era sott’occhio da mesi, Modric un’occasione (rigorosamente a zero), Estupinan è stato portato dal solito Jorge Mendes.
Logiche
Al Milan non c’è logica: via Thiaw per 40 milioni, serve un altro difensore e ci sono tre opzioni, ovvero Leoni del Parma, Comuzzo della Fiorentina e De Winter del Genoa. I prezzi: 40 milioni per il primo, 30 per il secondo, 20 o poco più per il terzo. Indovinello: su chi va Furlani? Ma sul meno costoso, è ovvio. Che poi De Winter potrà essere il più utile è solo una questione di fortuna, un numero azzeccato ai dadi; se Allegri avesse preferito uno degli altri due, pazienza, si cucina con gli ingredienti che capitano, non con quelli che servono. Il Milan ha incassato quasi 200 milioni dalle cessioni e ne he spesi meno della metà e qualcuno ancora crede che dietro ci sia un’ambizione.
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