Analisi
Pro e contro del possibile Allegri bis al Milan

La stagione del Milan volge ormai al termine nell’indifferenza generale di una tifoseria rassegnata al peggio e costretta a riporre nel cassetto ambizioni e velleità sportive da una società che in meno di due anni ha distrutto la squadra e l’entusiasmo che a Milanello era prepotentemente tornato dopo lo scudetto del 2022. E’ ora di riorganizzare il club, insomma, e se Cardinale e i suoi lavoratori collegiali vogliono dimostrare che davvero ci tengono a vincere qualcosa (non a chiacchiere ma coi fatti) hanno l’obbligo di non sbagliare nulla la prossima estate, a partire dalla scelta del nuovo allenatore.
Allegri sì
Il nome più caldo per sostituire il partente Sergio Conceiçao sulla panchina milanista è da settimane quello di Massimiliano Allegri, già tecnico del Milan dal 2010 al gennaio 2014, vincitore di uno scudetto e di una Supercoppa Italiana coi rossoneri. L’allenatore toscano ha il vantaggio di conoscere l’ambiente e di aver accumulato (grazie anche agli anni e alle vittorie alla Juventus) esperienza e mentalità; sa come si vince, sa come si gestisce uno spogliatoio, sa come affrontare i momenti complicati e, non ultimo, sa lavorare col materiale umano a disposizione, senza richieste troppo rigide sul mercato.
Allegri no
Detto che a favore di Allegri c’è pure la volontà enorme di tornare in pista dopo l’anno sabbatico, da contraltare c’è la statistica che dice che al Milan le minestre riscaldate (Ibrahimovic escluso) si sono quasi sempre rivelate un disastro (Sacchi, Capello, Simone, Shevchenko), ma anche il dubbio che se nell’idea rossonera c’è la costruzione di un progetto valido anche e soprattutto per il futuro, Allegri è uomo pragmatico, per il quale il futuro è adesso, per il quale si vince ora e non importa come. Attenzione anche al carattere del tecnico toscano, solitamente poco incline a chi vuole imporgli scelte e filosofia.
Conclusioni
Eppure, il nome di Massimiliano Allegri sembra mettere d’accordo la maggior parte dei tifosi, anche dei sognatori più incalliti e degli schizzinosi a cui irrita una palla scaraventata in tribuna. Del resto, l’intero ambiente milanista è rimasto scottato dalle scelte al risparmio della scorsa estate, l’esperimento Fonseca si è rivelato pessimo e la toppa Conceiçao ancora peggiore del buco. Sono ormai quasi tutti concordi nel pensare che a giugno serva una figura forte e una guida sicura in panchina e c’è solo da sperare che di ciò sia convinta anche la società, forse all’ultima chiamata per ricucire il rapporto con la sua gente.
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