Analisi
Milan: il dovere di non sbagliare la scelta dell’allenatore, atto III

Riusciranno i nostri eroi a salvare il nostro amico Milan, ridotto ormai ad una comparsa in serie A e al nulla cosmico in Europa? Certo, pensare che il lavoro collegiale di Furlani, Ibrahimovic e Moncada, coordinati dall’invisibile Gerry Cardinale possano risollevare le sorti del club rossonero sembra un ossimoro, eppure dovrebbe essere così, con qualche correzione come, ad esempio, l’ingaggio di un direttore sportivo, figura mancante dopo l’addio di Massara e indispensabile per allestire una campagna acquisti decorosa e in grado di rinforzare l’organico milanista.
Panchina
Ma prima di pensare ai nuovi calciatori c’è da decidere chi sarà il prossimo allenatore, assodato che Sergio Conceiçao non rimarrà a Milano anche l’anno prossimo. E qui casca l’asino, perché per la terza volta nel giro di un anno o poco meno il Milan è chiamato a non sbagliare la scelta del tecnico. La scorsa estate tutti avevano bocciato l’assunzione di Fonseca, eppure Furlani e Ibrahimovic se ne andavano in giro pontificando sul calcio dominante del portoghese. Esperimento miseramente fallito. Poi è arrivato Conceiçao, altro portoghese, altro fallimento, sigari di Supercoppa esclusi.
Decisioni
A giugno, però, il Milan non può sbagliare per la terza volta. E’ evidente a tutti (chissà se anche ai lavoratori collegiali) che a guidare i rossoneri stavolta dovrà essere un tecnico di grande livello, possibilmente italiano o che comunque conosca la serie A, uno che sappia vincere e, prima di tutto, ricompattare, rimotivare e disciplinare quella polveriera chiamata spogliatoio. I fatti hanno dimostrato che il Napoli ha speso soldi per Conte e si ritrova a lottare per lo scudetto; spendere per un grande allenatore è un investimento e non uno spreco, il Milan sì che ha sperperato soldi per allenatori fallimentari ed ora che si affidino finalmente ad un tecnico degno di questo nome.
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