Analisi
Bel Milan a Bologna, ma con qualcosa da rivedere
Il Milan si gode un gran bel debutto in campionato, sbanca il Dall’Ara di Bologna con un punteggio (0-2) che ricorda il prefisso telefonico milanese e che, una ventina d’anni fa, era il marchio milanista nello stadio bolognese, violato col medesimo punteggio per tre stagioni consecutive (2002-03, 2003-04 e 2004-05). Dopo un’estate di rivoluzioni, insomma, i rossoneri partono col piede giusto in serie A, si godono 3 punti, una prestazione più che buona e i nuovi acquisti che, così come in amichevole, mostrano tutte le loro qualità, a dimostrazione di un organico costruito con criterio.
Luci
Le note positive, va detto, sono moltissime: Pulisic ha spaccato in due la partita e la difesa del Bologna, suo il pallonetto che ha dato il via al gol iniziale di Giroud, suo il bolide che ha chiuso l’incontro; l’americano è di un livello così alto che in serie A potrebbe davvero fare la differenza. Male non è neppure Reijnders che abbina qualità tecnica ad intelligenza tattica e personalità, risultando un centrocampista buono per tutte le stagioni. Si è visto poco ma ha dato sostanza Loftus-Cheek, così come Leao ha accelerato poco ma ha giocato da calciatore vero, sempre concentrato e utile.
Ombre
Pochi i difetti del Milan al Dall’Ara, fra cui qualche distrazione difensiva di troppo (soprattutto di Tomori che a volte sembra spegnere il cervello senza motivo), le solite ed inutili uscite da bullo di Theo Hernandez che rimedia cartellini gialli evitabilissimi solo per giocare a chi ha più muscoli, nonché un pizzico di leggerezza nel finalizzare le azioni, perché nel secondo tempo in contropiede i rossoneri potevano realizzare il 3-0 ma hanno sprecato più di un’occasione. Dettagli, importanti, ma dettagli. Il Milan c’è e sarà protagonista, per buona pace delle rivali.
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