Analisi
Pioli al centro del Milan, ma la squadra è stranita
Disorientato. Questa la parola più idonea per definire attualmente il popolo milanista, turbato dal clamoroso licenziamento di Paolo Maldini e Frederic Massara, artefici (con Pioli e Ibrahimovic) della rinascita del Milan, culminata con lo scudetto del 2022. Il laconico comunicato con cui la società ha dato il benservito all’ex capitano ha lasciato ulteriormente esterrefatti i tifosi rossoneri che ora si chiedono che strada possa prendere il club senza una delle guide più iconiche degli ultimi decenni, prima con le vittorie conquistate in campo e poi con il ruolo dirigenziale.
Dubbi
Ciò che è certo è che la tifoseria milanista è sul piede di guerra e non perdonerà nulla al patron Cardinale che per il momento ha lasciato a Scaroni, Furlani e Franco Baresi il compito di tranquillizzare la gente al grido di “il Milan resterà competitivo ad alti livelli“. Sarà, ma per ora i primi spifferi che provengono dallo spogliatoio non lasciano ben sperare: quasi tutti i calciatori, infatti, hanno espresso tramite i propri profili social massima solidarietà e riconoscenza a Maldini e Massara, il che sembra normale ma non lo è perché difficilmente i milionari giocatori prendono posizioni particolari quasi contrarie alla linea del club.
Poteri
Della cosiddetta riorganizzazione dirigenziale voluta da Cardinale e soci, un ruolo assai più rilevante dovrebbe averlo proprio Pioli che, nell’idea della società, farebbe quasi il manager all’inglese, partecipando attivamente al calciomercato e diventando la figura di riferimento tra club e spogliatoio. Ma attenzione, perché il rischio è che il tecnico debba inventarsi un mestiere nuovo e che quella splendida alchimia creata in 3 anni e mezzo con la squadra possa essere minata dal suo nuovo ruolo di collante con la società, come se fosse egli stesso un dirigente, più padrone e meno papà. Quanta paura fa oggi il futuro a Milanello.
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