Analisi
Milan a 4 punti dal sogno. Gli aspetti fondamentali nelle ultime due settimane
Era forse la gara più complicata delle ultime quattro. Senza scomodare le fatal Verona del 1973 e del 1990, la trasferta del Bentegodi appariva davvero come un ostacolo difficile da superare, perché il traguardo dello scudetto era lì a 7 punti, ma con l’Inter che venerdì aveva battuto l’Empoli ed era attualmente in testa ed un avversario, il Verona appunto, tosto sia dal punto di vista fisico che tecnico, una squadra capace di giocare un calcio offensivo ma equilibrato, un gruppo che spaventa anche i più forti. E invece il Milan ha vinto e a 180 minuti dal gong finale è a 4 punti dallo scudetto.
Testa e cuore
I rossoneri hanno qualità da vendere, tecniche, caratteriali, fisiche, un allenatore che è ormai il papà adottivo di quei giovani calciatori che sono diventati improvvisamente grandi e che sono ad un passo da quello che appena due anni fa appariva come qualcosa più di un sogno. A Verona come con Lazio e Fiorentina, la formazione di Pioli ha giocato con cervello e anima, è rimasto lucido ed intelligente dopo il gol di Faraoni, è andato a riprendersi la partita con un temperamento che poche altre squadre in serie A possiedono e che sta incoronando il Milan sul tetto d’Italia 11 anni dopo l’ultima volta.
Traguardo
Ora ne mancano due, la linea del traguardo è vicina, come in un gran premio di Formula 1 quando a due giri dalla fine chi è in testa deve solo gestire il vantaggio ma non può permettersi distrazioni. Inutile dire che nelle ultime due settimane, il Milan dovrà amministrare soprattutto la testa, sgombrandola da ansie e preoccupazioni, nonché dal timore di non farcela. La vittoria di Verona ha cementato le certezze milaniste, ma nulla di quanto fatto finora basta ancora per festeggiare: ha ragione Florenzi quando dice l’obiettivo è solo battere l’Atalanta. Un passo alla volta, giro dopo giro. Il titolo è lì.
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