Analisi
Milan: le tre tappe della svolta
Un Milan letteralmente trasformato rispetto a quando Stefano Pioli lo prese esattamente 23 mesi fa dopo il disastro (annunciato e scontato, peraltro) di Giampaolo
Il Milan va, il Milan viaggia ad ottimi ritmi, punta a confermare il piazzamento nelle prime quattro della serie A già ottenuto l’anno scorso e, perché no, provare anche a guardare oltre perché la squadra di Stefano Pioli è matura, solida, ambiziosa e consapevole della sua forza, motivi che portano il popolo rossonero a sperare in un’annata ancor più speciale di quella passata. Un Milan letteralmente trasformato rispetto a quando Pioli lo prese esattamente 23 mesi fa dopo il disastro (annunciato e scontato, peraltro) di Giampaolo. Un lavoro partito da lontano ma che già dopo pochi mesi ha cominciato a dare i suoi frutti.
Svolta
Le tappe del cambiamento sono sostanzialmente tre: la prima, poco dopo l’arrivo di Pioli ed il ritorno di Zlatan Ibrahimovic, riguarda la sospensione del campionato a marzo 2020; lo stop e la successiva ripresa senza tifosi ha messo addosso al Milan tranquillità, servendo quasi da palestra nel percorso di rafforzamento (mentale e tattico) di una squadra che da allora non si è più fermata. Eppure, a luglio 2020, Pioli era sul punto di lasciare Milano, sfiduciato da Gazidis che stava per annunciare il tedesco Rangnick (sa Dio perché), salvo poi tornare sui propri passi e confermare il tecnico emiliano e Ibrahimovic, anche lui ormai al passo d’addio con l’arrivo del nuovo allenatore.
Conferme
Da quella vicenda, Pioli è uscito ingigantito, ha riacquistato vigore e lo spogliatoio ha capito che l’allenatore aveva strappato la conferma grazie al suo lavoro ed ha cominciato a seguirlo forse ancor più di prima. E poi, a chiusura del cerchio, il passaggio del turno nei preliminari di Coppa Uefa giusto un anno fa nell’infinita gara in Portogallo contro il Rio Ave, conclusa dopo quella interminabile serie di calci di rigore che alla fine portò avanti i rossoneri. Se il Milan fosse uscito quella sera, forse molte certezze sarebbero crollate e, chissà, oggi parleremmo di una realtà diversa rispetto a quella che ci ha consegnato un gruppo così forte che forse non tutti se ne rendono conto.
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