Analisi
I mercenari del Milan. Non caschiamo nell’ennesima trappola

Due anni fa era colpa di Maldini e Massara, l’anno scorso di Pioli, stavolta ecco che gli agnelli sacrificali del Milan sono i calciatori. E, se 2+2 farà ancora 4, ci scommettiamo che fra 365 giorni le mancate vittorie verranno imputate ad Igli Tare. Chi manca nell’elenco? Ovviamente società e dirigenza che si auto escludono puntualmente dando in pasto alla gente (a chi ci crede, è chiaro) qualche colpevole che consenta al popolo rossonero di spostare il mirino da quello che, in realtà, sarebbe il reale bersaglio, ovvero Elliott, RedBird, Furlani, Scaroni, Ibrahimovic e Moncada.
Colpevoli
E così, ecco la nuova narrazione: Reijnders, Theo Hernandez, Maignan e (probabilmente) Leao sono mercenari, egoisti, menefreghisti, teste calde ed avvelenatori di pozzi, nonché colpevoli del disastro della stagione appena andata in soffitta. Fateci caso: nelle varie testate giornalistiche, sui canali social e YouTube di tanti menestrelli filo societari, ci stanno indottrinando sulle abitudini extra campo di Theo Hernandez, sull’indolenza di Leao e, udite udite, sulle papere di Maignan che, a loro dire, sarebbero una delle principali cause delle tante sconfitte del Milan nell’ultima stagione.
Strategie
Occhio a non cascarci e, anzi, rispondete pure per le rime. Tanto per cominciare: stessi calciatori, dirigenti diversi, il loro rendimento cala. Perché? Con Maldini abbiamo visto la miglior versione di tutti, con Furlani, Moncada e Ibrahimovic la peggiore. Com’era la storia del massimo comun denominatore e minimo comune multiplo che si studiava a scuola? Bene, andiamo avanti. Theo Hernandez è cattivo? Beh, ricordiamo che a gennaio il Milan lo aveva ceduto al Como senza neanche avvisarlo ed ora pretende che accetti l’Arabia Saudita. Insomma, se il francese è arrabbiato con loro che torti gli vogliamo dare?
Contratti
Passiamo a Maignan e alla orripilante gestione del suo rinnovo contrattuale: tra gennaio e febbraio le parti si accordano per il rinnovo, mancano solo le firme. Poi, col passare dei mesi, il Milan ci ripensa, utilizza come scalpello qualche errore del portiere per rinegoziare l’affare, ovviamente al ribasso. Un’onta mai vista, anche perché cosa avrebbe fatto la società se Maignan avesse parato 5 rigori e preteso, a quel punto, un ritocco dell’ingaggio? I giocatori non lavorano a cottimo, se ci si stringe la mano per un rinnovo, l’accordo va poi rispettato. E ci stupiamo se il portiere ora si mette di traverso.
Conclusioni
Occhio anche alle storie su Reijnders che, ricordiamo, era stato blindato sia da Moncada (“Resta con noi al 100%“) che da Furlani (“Non abbiamo esigenza di vendere i nostri migliori calciatori“). Anche l’olandese è un mercenario che ha preferito soldi e ambizioni del Manchester City rispetto al Milan che ha come unico obiettivo il quarto posto (!). La realtà è che questa dirigenza vende chiunque e senza reinvestire i proventi in giocatori di livello, anzi, un calciatore da 50 viene rimpiazzato con due da 25 o, meglio ancora, con tre da 16. Il Milan con gli stessi atleti ed una dirigenza ha vinto uno scudetto, mentre con gli stessi atleti e dirigenza diversa è arrivato ottavo. Sicuramente solo una casualità.
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