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Analisi

Le parole di Moncada sul Milan Futuro svelano le ambizioni del club

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Agghiacciante. Era il tormentone della parodia di Antonio Conte fatta da Crozza qualche anno fa. Già, Antonio Conte, colui che giusto un anno fa si proponeva in tutti i modi al Milan che, però, faceva orecchie da mercante rifiutando il corteggiamento. Troppo vincente Conte per questa società, infatti il suo Napoli è a un passo dallo scudetto ed il Milan è nono. Bene, andiamo avanti. Domenica sera in quel di Roma si è consumato l’ennesimo scempio stagionale che, però, non è stata la 16° sconfitta (praticamente una su tre), bensì le incomprensibili ed indefinibili dichiarazioni di Geoffrey Moncada.

Dilettantismo

Il direttore tecnico rossonero che, lo ricordiamo, meno di due anni or sono ha preso il posto di Paolo Maldini (!), alla domanda sulla retrocessione in serie D del Milan Futuro ha risposto: “Non ci interessa la categoria, giocare in serie C o in serie D è lo stesso, l’importante è formare giocatori“. Dunque, secondo il sostituto di Maldini fare la serie C, ovvero un campionato professionistico con vista sulla B, è la medesima cosa che disputare la D, ovvero un club dal fatturato di 200 milioni annui e che ne ha spesi 15 per la squadra Under 23, sbattuto nel dilettantismo. Per questo club fa lo stesso.

Ambizioni

Ecco, non volendo, Moncada ha scoperto le carte circa il reale interesse della società Milan nei confronti della vittoria. A loro non interessa la categoria, così come non interessano i titoli, ciò che conta è valorizzare i calciatori per poterne fare un capitale da poter rivendere. Stop. Non importa se non si compete per lo scudetto, basta che Reijnders e compagnia aumentino il prezzo del loro cartellino per poterli impacchettare al miglior offerente senza, ovviamente, reinvestire il ricavato sul mercato. Ibrahimovic a inizio stagione aveva detto: “Il Milan Futuro sarà il copia-incolla della prima squadra“. Aveva ragione.

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