Analisi
Il motto del Milan: vincere non è importante, è l’unica cosa che non conta
Per i tifosi milanisti questo non era già un Natale particolarmente entusiasmante, con la squadra ottava in classifica, un gioco orripilante ed un allenatore in totale confusione. In più, ecco le interviste appena sfornate della premiata ditta Cardinale-Furlani-Ibrahimovic che ha spezzato definitivamente le residue speranze della gente di un Milan nelle mani di una società ambiziosa. Certo, ci saranno gli illusi, i ciambellani di corte le cui unghie hanno ormai scavato solchi profondissimi sul vetro degli specchi dove tentano di arrampicarsi, ma la realtà è che il Milan è ridotto male, veramente male.
Priorità
Le parole di Cardinale, Furlani e Ibrahimovic rileggetele pure da soli, a chi scrive viene l’orticaria solo a pensare di riproporle. Ma il senso non è complicato: il Milan pensa solo e soltanto ai ricavi, accetta qualsiasi proposta vantaggiosa per i suoi calciatori, senza un progetto sportivo ambizioso, senza avere nella vittoria il primo obiettivo. E poi, lo squallore di parlare di altri club, definirli in bancarotta, far credere che il Milan sia bello, buono e bravo e gli altri quasi dei fuorilegge. Ma questo è davvero il Milan oggi? Il progetto ha il copyright di Mina: parole parole parole, parole, soltanto parole fra noi.
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