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Milan, esame fallito in pieno

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Dopo tre vittorie consecutive il Milan perde a Firenze e si allontana inesorabilmente dalle zone alte della classifica. Per carità, solo ottimisti e fessacchiotti (che poi sono la stessa cosa) potevano e possono pensare che i rossoneri abbiano le potenzialità (in società, in panchina e in campo) per insidiare Inter, Juventus e Napoli, ma i successi contro Venezia, Inter e Lecce (cioè contro Inter e Lecce) avevano restituito alla squadra di Paulo Fonseca parecchia autostima, lo stesso allenatore dopo il 2-1 nel derby si è scrollato l’aria da cane bastonato protestando e agitandosi in panchina.

Errori

Ma contro la Fiorentina, il Milan ha riproposto la peggior veste di sé stesso e, al di là dei due calci di rigore falliti, si è mostrato nuovamente fragile in difesa con un Tomori inguardabile, un Theo Hernandez versione Bufalo di Romanzo Criminale, più occupato a litigare che a rendersi pericoloso, ma più in generale una squadra arrendevole, sempre seconda sui contrasti, mai realmente pericolosa. E per una volta che Leao era discretamente ispirato, sono stati i due centravanti a tradire Fonseca: male Morata, non bene neanche Abraham che, rigore a parte, in porta non ha tirato mai.

Concentrazione

L’impressione è che il Milan non riesca a tenere mentalmente per troppo tempo, ha giocato bene per 3 partite ma quando si è trattato di affrontare un esame di maturità di importanza colossale ha steccato palesemente, mostrandosi fragile ed inconsistente. E a chi verrà in mente che forse i rossoneri hanno perso solo una partita andrebbe ricordato che il baratro era già stato toccato fra agosto e settembre, ora la squadra di Fonseca non doveva e non deve più sbagliare. Ma la sensazione è che l’andamento della stagione sarà questo: partite di ottimo livello e cali di tensione. Il Milan questo è e questo vale.

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