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Analisi

Fonseca ha già cambiato il Milan. In peggio

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A scorrere i social e a tastare l’umore del popolo milanista c’è ovviamente scoramento dopo un inizio di campionato terrificante dei rossoneri che hanno acciuffato fortunosamente il pareggio all’esordio contro il Torino ed hanno perso a Parma nella seconda giornata al termine di una prestazione da museo degli orrori. Il tutto grazie alla produzione del duo Cardinale-Ibrahimovic, coadiuvati dal trio formato da Furlani, Moncada e D’Ottavio (qualcuno ha mai visto il volto di quest’ultimo?) e con la regia di Paulo Fonseca, l’allenatore del gioco dominante. Eppure c’è chi ancora crede in qualcosa.

Sensazioni

Poveri illusi, poveri ottimisti. L’ottimista è un fesso felice, lo sappiamo, e fra i milanisti ce ne sono una marea, basti pensare a quelli che, nonostante questo annunciato scempio, continuano a riempire San Siro col risultato che l’unico a godere è, ovviamente, Gerry Cardinale. C’è davvero poco da sperare: Fonseca sembra un marziano atterrato sulla Terra, prima della partita ride come un turista davanti al Colosseo, durante la gara si agita inutilmente, davanti ai microfoni non sa spiegare i motivi di un disastro che a (quasi) tutti era chiaro sin dal giorno della scellerata decisione di affidargli la panchina.

Problemi

Il Milan, del resto, doveva risolvere tre problematiche dalla passata stagione: aggiungere carisma nello spogliatoio, migliorare la fase difensiva, trovare un bomber. Fonseca di carisma ne ha ben poco, in più sono andati via i vecchi leader Kjaer e Giroud; la difesa fa più acqua di prima, qualcuno ha esaltato la prestazione di Pavlovic a Parma dimenticandosi che il serbo ha sulla coscienza almeno uno dei due gol dei gialloblu. Infine, la punta: Morata (peraltro subito ko) è un Giroud meno goleador, non garantisce quei 20 gol che servirebbero ai rossoneri e che non fanno neanche Pulisic e Leao, ma è stato acquistato perché il meno costoso del lotto. Come sempre, chi è causa del suo mal pianga sè stesso.

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