Analisi
Milan: in panchina un grande nome o una scommessa ambiziosa
Manca poco più di un mese, poi il Milan e Stefano Pioli si diranno addio dopo 5 anni, uno scudetto ed una semifinale di Coppa dei Campioni giocata. Margini per restare ancora uniti non ce ne sono più, i ko contro Roma ed Inter sono stati la pietra tombale sul rapporto tra il tecnico emiliano ed il club milanese che sta già provvedendo a cercare un nuovo allenatore, anche se i nomi che stanno circolando (Lopetegui su tutti) non scaldano di certo la piazza, anzi, stanno mettendo la tifoseria rossonera ancor più sul piede di guerra.
Strategia 1
Del resto, come dar torto alla gente se la lista dei papabili sostituti di Pioli comprende Lopetegui, Gallardo e Fonseca? Non è un ibrido che serve al Milan, le strade da percorrere sono sostanzialmente due: la prima è quella che pare meno probabile, ovvero ingaggiare un grande nome (Conte, Klopp) che trasmetta immediatamente carisma, esperienza e mentalità vincente, il tutto per costruire un ciclo che riporti il Milan a vincere in fretta. Ma, come detto, questa soluzione non convince la proprietà rossonera che non gradisce un tecnico troppo autoritario, decisionista ed accentratore.
Strategia 2
E allora, ecco avanzare la seconda ipotesi, ovvero un allenatore giovane, ambizioso, affamato di vittorie e con idee fresche, qualcuno a cui la tifoseria possa attaccarsi, di cui possa innamorarsi e seguire ciecamente anche se inizialmente dovessero esserci alcune difficoltà. Mark van Bommel, Francesco Farioli, Sergio Conceicao o il top in questo senso, Thiago Motta. Aria fresca in una stanza in cui da troppo tempo le finestre sono chiuse. La via di mezzo (Lopetegui su tutte) rischierebbe di finire come con Rudi Garcia a Napoli. Anche la piazza va eccitata, oggi che il gradimento è vicino allo zero.
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