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Analisi

E’ un Milan che fa gioire e arrabbiare

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Non è stato un Milan scintillante quello che ha piegato non senza fatica lo Slavia Praga a San Siro. Milan che ha viaggiato a sprazzi, accelerando e decelerando nel corso della gara, giocata quasi per intero in superiorità numerica e contro un avversario buono ma di livello certamente più basso rispetto ai rossoneri. Come al solito, la squadra di Pioli attacca forte e segna tanto, ma commette errori, anche gravi, in fase difensiva e se contro lo Slavia Praga la vittoria, di riffa o di raffa, alla fine arriva, contro un Liverpool, un Bayer Leverkusen, ma anche una Roma, le cose possono complicarsi.

Distrazioni

Il tifoso milanista (ma anche chi deve analizzare le partite per mestiere) non sa se essere contento nel vedere una squadra in grado di far gol in ogni occasione e in tutti i modi (guardate i 4 contro lo Slavia, tutti in situazioni differenti fra di loro) oppure se rammaricarsi per una tenuta difensiva e mentale che cambia repentinamente: Theo Hernandez passa da uomo più pericoloso in campo a distrarsi grossolanamente come in caso della seconda rete dei cechi o del gol di Thauvin a Udine qualche settimana fa. Idem per Kjaer, col risultato che alla fine il Milan subisce quasi sempre gol.

Mentalità

Difficile dire da cosa derivi tutto questo: il Milan ha un portiere fortissimo che, però, negli ultimi mesi prende troppi gol, ha una difesa che sta ritrovando i pezzi ma che a volte sembra non collaudata, un centrocampo fisico e talentuoso ma che nei momenti di difficoltà non protegge i difensori, come se nella stessa partita giocassero due squadre diverse. Perché? Pioli non sa spiegarlo, forse perché una spiegazione logica non esiste, però l’ormai proverbiale schizofrenia milanista ha portato i rossoneri a 15 punti dall’Inter in serie A e a rischiare l’eliminazione a Rennes in coppa dopo un 3-0 all’andata.

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