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Analisi

Lazio-Milan: certe vittorie contano più dei punti

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Analizzare Lazio-Milan di venerdì sera non è impresa semplice: il Milan gioca un primo tempo bruttino, pieno di errori banali e con un ritmo da campionato cileno degli anni settanta, rischia di subire l’ennesimo svantaggio in trasferta, poi nella ripresa cambia marcia, si barcamena nella battaglia sul campo fra espulsioni, provocazioni, lagne, falli e contro falli, alla fine la butta dentro con Okafor con la palla che entra nello stesso modo del gol di Tonali a Roma due anni fa e nella stessa porta. Certo, quella rete ebbe un’altra rilevanza, ma anche quella dello svizzero può aiutare i rossoneri.

Compattezza

Va detto che il Milan non ha giocato la sua miglior partita stagionale, anzi, in alcune perse (come a Bergamo o a San Siro con la Juventus) si era espresso anche meglio, ma questi 3 punti sanno tanto di svolta, soprattutto mentale. Tanto per cominciare, la squadra di Pioli non ha preso gol in trasferta e non accadeva dalla gara di Empoli del 7 gennaio e nelle ultime 10 trasferte è accaduto solamente 2 volte. Esserci riusciti, dopo tante polemiche, critiche e calciatori (e allenatori) sbattuti sulla pubblica gogna, significa guardare con grande fiducia il finale di stagione, soprattutto in Europa.

Cosa non va

Bisogna altresì sottolineare che a Roma i rossoneri hanno sbagliato anche parecchio, specie nel primo tempo quando Adli e Bennacer sono stati più bravi a cucire il gioco che ad impostare, Leao e Giroud erano dispersi, Florenzi sembrava stranamente distratto. Troppe volte nella stessa partita il Milan accende e spegne la luce ad intermittenza, come hanno dimostrato le rimonte e contro rimonte effettuate e subite a Bergamo, a Udine, a Frosinone, a Lecce e a Napoli. Criticità che, soprattutto in Europa, potrebbero costare carissime alla truppa milanista.

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