Analisi
Il Milan nel limbo di un campionato già deciso
La sconfitta di Monza ha riportato il Milan coi piedi per terra dopo un filotto di risultati utili consecutivi che durava da dicembre e che aveva riportato i rossoneri a stretto contatto con la Juventus, al punto che qualora avessero sbancato il Brianteo si sarebbero presi il secondo posto. Un’altra prestazione assurda in quelle montagne russe che sembrano caratterizzare la stagione di un Milan che a Monza come a Bergamo, come a Udine e come a Frosinone ha vissuto di alti, bassi, svantaggi, rimonte e contro rimonte attivate e subite. Un trend che dura da inizio anno e che pare ormai una costante in casa milanista, anche perché la formazione milanese continua ad incassare gol a raffica, pur segnandone tanti.
Purgatorio
Il rischio, tra l’altro, è che la squadra di Pioli viva il resto del campionato in una terra di mezzo che non avrà particolari stimoli. Che ciò avvenga coscientemente o inconsapevolmente ha poca importanza, forse anche a livello inconscio al Milan sanno che in classifica a fine torneo i rossoneri saranno secondi nella migliore delle ipotesi e terzi nella peggiore. C’è troppa distanza fra il Milan e l’Inter capolista, così come troppo ampio è il divario tra la compagine milanista e le quarte, quinte e seste della graduatoria, col risultato che, al di là del prestigio di un secondo posto e della professionalità del gruppo, col passare del tempo, specie se andrà avanti in coppa, il Milan potrà spesso distrarsi in campionato.
Futuro
Del resto, già domenica sera a Monza Pioli si è affidato a diversi rincalzi, specie in attacco dove hanno rifiatato Leao, Giroud e Pulisic (entrati dopo il disastroso primo tempo), oltre a Reijnders a centrocampo, chiaro segnale che il tecnico consideri la Coppa Uefa prioritaria rispetto al campionato, anche a fronte del 3-0 di giovedì scorso contro il Rennes che pone il Milan a distanza di sicurezza da un’inopinata eliminazione. Come trovare allora motivazioni in campionato con un destino quasi scritto? Gli stimoli deve fornirli l’allenatore, chiamato a ringalluzzire una squadra che sembra distrarsi ormai con troppa facilità e che ha affidato al cammino europeo l’unica ragione per trottare fino a giugno.
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