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Analisi

Il Milan cambia in panchina? Perché Conte, perché Thiago Motta

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Nonostante la stagione del Milan sia tutt’altro che finita con un terzo posto da conservare in campionato ed un’Europa da portare avanti almeno sino alle semifinali, è già tempo di pianificare anche la prossima annata, a cominciare da chi siederà sulla panchina rossonera a partire da giugno quando, con ogni probabilità, non ci sarà più Stefano Pioli, al timone milanista dall’ottobre del 2019 e condottiero dello scudetto del 2022. I nomi per sostituire l’allenatore emiliano, ormai è chiaro, sono principalmente due: Antonio Conte e Thiago Motta.

Opzione 1

Quello di Conte è un nome che da mesi circola attorno alla panchina del Milan ed è quello che eccita maggiormente la fantasia dei tifosi: carisma, mentalità vincente, voglia di tornare a lavorare in Italia, l’ex allenatore di Juventus e Inter gode della stima di dirigenza (Ibrahimovic in primis) e proprietà, anche se è un tecnico assai esigente in sede di calciomercato, nonché uno che non le manda a dire al club se qualcosa non è stato fatto come voleva lui. I pro sono tanti, quasi tutti, i contro può conoscerli solo il Milan: se la società non fosse in grado di soddisfare le richieste di Conte, l’investimento sarebbe inutile.

Opzione 2

Non lasciatevi fuorviare dalle polemiche post Milan-Bologna: Thiago Motta è lusingato dall’interesse dei rossoneri nei suoi confronti ed affascinato dal mondo Milan che sarebbe un enorme passo in avanti nella sua giovane carriera. Motta ha personalità e idee, ma anche capacità da fuoriclasse della panchina. Un anno e mezzo fa, appena arrivato a Bologna, offusca Arnautovic (che era il capocannoniere della serie A e il simbolo della squadra) e gli preferisce Zirkzee, bello da vedere ma poco concreto. In estate punta tutto sull’olandese, lo trasforma in un centravanti coi fiocchi, oggetto del desiderio di moltissimi club, Milan in testa.

Vantaggi e svantaggi

E che dire di Calafiori, diventato in pochissimi mesi da buon terzino finito a giocare in Svizzera ad uno dei difensori centrali più affidabili della serie A? Meriti che sono tutti da attribuire a Motta, probabilmente l’allenatore perfetto per un progetto come quello milanista che preferisce programmare con un organico formato da calciatori bravi ma non ancora sbocciati. Di contro, va detto, c’è la poca esperienza di Thiago Motta in uno spogliatoio come quello rossonero, certamente di diversa gestione da quelli di Spezia e Bologna. Conte e Motta, una poltrona per due, entrambi i profili, seppur con differenti caratteristiche, affascinano il popolo milanista che attende trepidante di conoscere il futuro.

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