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Analisi

Milan: che disastro da sosta a sosta

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Lo scorso 8 ottobre il Milan arrivava alla sosta per gli impegni delle nazionali da capolista della serie A dopo il discusso successo di Genova nel finale ed il pari casalingo dell’Inter contro il Bologna. Sembra passata un’era geologica, è trascorso appena un mese nel quale i rossoneri hanno perso il vantaggio sui rivali e sono stati addirittura sorpassati dalla Juventus che è ora seconda in classifica. Da sosta a sosta, insomma, la squadra di Stefano Pioli ha subìto un’involuzione che i numeri spiegano alla perfezione: zero successi in campionato con 2 pari e 2 sconfitte, cifre senz’altro allarmanti a Milanello.

Infortuni

Tolta la fondamentale vittoria in coppa contro il Paris Saint Germain, il Milan ha stentato di brutto, per due volte (a Napoli e a Lecce) si è ritrovato in vantaggio per 2-0 all’intervallo e dopo aver dilapidato una mezza dozzina di palle gol per chiudere definitivamente le partite, per poi subire il 2-2 degli avversari e rischiare in entrambi i casi addirittura la beffa finale. Hanno pesato certamente anche i tanti infortuni patiti dalla squadra rossonera, il che, comunque, sta smettendo di essere un alibi perché è impensabile che quando lo stesso gruppo ha per 2-3 anni così tanti guai muscolari possa essere solo sfortuna.

Errori

E poi, ecco anche i colossali sbagli commessi in campo dai giocatori e in panchina dall’allenatore. Pellegrino (chi?, verrebbe da dire un po’ alla Maurizio Mosca) che si addormenta contro Politano a Napoli, Musah che anziché spedire palla in fallo laterale con Theo Hernandez a terra, a Lecce fa ripartire i salentini che pareggiano, sono due esempi emblematici dei pastrocchi dei calciatori. Poi c’è Pioli che sembra essersi innamorato di uno Jovic impresentabile anche in serie C e che avrebbe potuto inserire il pur stanco Loftus-Cheek negli ultimi 20 minuti della sfida di Lecce per far acquistare muscoli e sostanza ad un Milan oggi involuto e sempre più lontano da uno scudetto ormai chimera.

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