Analisi
Milan: Leao non è un caso, ma certi atteggiamenti vanno modificati
Nelle ultime 48 ore l’ambiente milanista è alle prese col caso Leao, anzi, ad essere precisi non c’è nessun caso e probabilmente fra organi di stampa, commentatori e i soliti saccenti del web, la vicenda intorno all’attaccante portoghese del Milan si è ingrandita come una valanga ed è venuta giù a tutta velocità. La pietra dello scandalo è la prestazione opaca di Leao martedì contro il Newcastle e, soprattutto, l’incredibile gol fallito dopo aver smarcato anche il portiere e in cui la punta lusitana ha provato un improbabile colpo di tacco, lisciato completamente, anziché calciare a rete in maniera normale.
Atteggiamenti
L’errore è imperdonabile, grave, quello che volete, ma è pur sempre un errore, il calciatore l’avrà capito e la prossima volta farà finire in porta pure il portiere avversario assieme al pallone. Il punto, semmai, è che Leao continua ad avere delle soste, delle pause pigre ed abuliche che non si abbinano ad un fuoriclasse e ad un leader tecnico come il portoghese ambisce ad essere. Gol sbagliato a parte, infatti, Leao continua a cadere in vecchi errori, si estranea dalla partita, quando perde palla ciondola scuotendo la testa anziché andarsela a riprendere, è poco concreto sotto porta.
Svolta
La maglia del Milan pesa, la numero 10 ancor di più, Leao ha già dimostrato di sapersi prendere il Milan sulle spalle e trascinarlo a grandi risultati come lo scudetto del 2022 o la cavalcata in Coppa Campioni dell’anno scorso quando l’ex attaccante del Lille si è reso protagonista di prestazioni supersoniche, come quella del San Paolo di Napoli. Manca l’ultimo gradino, quella concentrazione maniacale, quella cura per i dettagli, quella voglia di voler vincere sempre e comunque, piccole imperfezioni che impediscono ancora a Leao, ad esempio, di chiudere la stagione con 20-25 gol totali. Può farlo, deve farlo.
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