Analisi
Milan: ora la difesa è un problema
La sconfitta di domenica sera contro il Napoli non ha certo ridimensionato il Milan e le sue ambizioni, anzi, la prestazione dei campioni d’Italia è stata di grande livello ed entrambe le squadre hanno dimostrato di essere al momento le più forti del campionato. Certo, il rammarico per il primo ko stagionale è presente in tutto l’ambiente rossonero perché almeno un punto la compagine di Pioli lo meritava per quanto mostrato in campo, per la mole di gioco, per i due legni colpiti e per le miracolose parate di un Meret in grande spolvero.
Problemi
Eppure, qualche crepa nel Milan 2022-23 c’è, anche se non sembra nulla di irrisolvibile. In particolar modo, sono i numeri difensivi a preoccupare, perché i rossoneri, che lo scorso anno avevano blindato la retroguardia ed avevano incassato appena 2 reti nelle ultime 11 giornate, quest’anno subiscono reti quasi regolarmente. I gol al passivo sono ad oggi 10 in 9 partite fra campionato e Coppa dei Campioni, con Maignan imbattuto solamente nelle sfide contro Bologna e Sassuolo. Cifre che, almeno in parte, spiegano il piccolo ritardo del Milan dalla vetta della classifica.
Rimedi
Tempo per mettere tutto in sicurezza ce n’è, gli uomini in campo sono sempre gli stessi, la sintonia la medesima dell’anno scorso e l’impressione è che con qualche semplice correzione la squadra rossonera possa ritrovare l’imperforabilità della passata stagione. Kalulu e Tomori (o Kjaer quando è chiamato in causa) devono necessariamente limitare gli errori, così come il filtro di centrocampo deve evitare l’inopinata e sanguinosa perdita di palloni in fase di impostazione. Anche perché, nonostante le sue eccezionali doti, non ci si può sempre affidare a sua santità Mike Maignan, l’unico sempre continuo.
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