Analisi
Pioli è il valore aggiunto del Milan, ma affidarsi solo a lui è un rischio
Il calciomercato del Milan sembra non essere ancora incominciato, o meglio, i dirigenti rossoneri hanno intavolato diverse trattative, ma al momento gli unici nomi nuovi alla corte di Stefano Pioli sono Pobega (tornato dal prestito al Torino), Adli (già acquistato a gennaio dal Bordeaux e rimasto in Francia sino a giugno) e lo svincolato Origi, sbarcato in Italia dal Liverpool. L’allenatore dei campioni d’Italia si aspetta ancora almeno un paio di colpi in entrata, nonostante in molti nell’ambiente milanista considerino proprio l’allenatore emiliano il valore aggiunto della squadra.
Organizzazione
Il che, ovviamente è vero, come ha confermato lo scudetto conquistato lo scorso campionato e la valorizzazione di quasi tutti gli elementi della rosa, con un gruppo che Pioli ha plasmato a immagine quasi più simile ad una famiglia che a uno spogliatoio sportivo. Eppure, continuare ad affidarsi solamente alla leadership da papà dell’allenatore può essere un pericolo per il Milan, un po’ perché le annate nel calcio non sono mai tutte uguali e un po’ perché i rossoneri non corrono da soli in serie A e le rivali per lo scudetto si stanno organizzando per essere ancora più competitive.
Pericoli
Il rischio, infatti, è che il Milan conti troppo sulle doti di Pioli, affidandosi a lui e sperando che anche l’anno prossimo la squadra ripeta in tutto e per tutto quanto fatto la stagione scorsa, non fornendo al tecnico i rinforzi richiesti. L’allenatore ha, viceversa, bisogno di un organico più forte, senza stravolgimenti ma coi ritocchi giusti: un centrocampista di sostanza, un trequartista più fisico e più goleador di Brahim Diaz ed un attaccante di destra che garantisca più marcature di Saelemaekers e di Messias. Pioli è il grande valore aggiunto del Milan, ma la sua bravura non può coprire ogni mancanza.
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