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Analisi

Il Milan non segna. Perché?

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E’ un Milan ancora in costruzione quello che è rimasto in testa alla classifica della serie A anche dopo il pareggio a reti bianche contro il Bologna di lunedì sera. I rossoneri sono giovani, vivono di entusiasmi e cadute, nel magico mondo delle montagne russe che forzatamente fa parte del percorso di crescita di una squadra forte ma inesperta. Nelle ultime partite, la formazione di Stefano Pioli ha creato tanto, ha ottenuto 3 vittorie ed un pareggio, non ha subìto reti, ma ha palesato chiaramente una pericolosa anemia sotto porta, col risultato che i gol all’attivo sono stati appena 3.

Concretezza

Eppure, è un Milan che costruisce, che domina le partite in lungo e in largo, concede poco o nulla in difesa, ma fatica a concretizzare. Contro il Bologna, tanto per citare l’ultima occasione, i rossoneri hanno creato oltre 30 opportunità senza però riuscire a sfondare il muro degli emiliani, ovvero quanto accaduto pure contro Empoli e Cagliari, quando solamente due conclusioni dalla distanza di Kalulu e Bennacer avevano centrato la porta avversaria. L’ultimo gol di un attaccante risale alla zampata di Giroud a Napoli lo scorso 6 marzo, in casa dalla rete di Leao all’Udinese del 27 febbraio.

Motivazioni

Difficile stabilire i motivi, di certo il Milan si innervosisce col passare del tempo e tende ad ammucchiare tutti i giocatori nell’area di rigore avversaria, col risultato che le azioni sono frenetiche e gli spazi ridottissimi. Andrebbero più sfruttati gli esterni, inoltre, sia Calabria che Theo Hernandez, ma anche Messias (pessimo nell’ultimo periodo) e Leao che spesso si incaponiscono nel voler risolvere da soli le partite. E poi i centravanti: Giroud e Ibrahimovic vanno serviti a dovere, ma è logico che da due punte di quel calibro ci si aspetti sempre quel guizzo in più che differenzia i fuoriclasse dai calciatori normali.

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