Analisi
Questo Milan non dipende da nessuno
MILANO – Il Milan riprende la sua marcia in testa alla classifica dopo il ko contro la Juventus, battendo per 2-0 il Torino con pratica chiusa già nel primo tempo grazie alle reti di Leao e Kessie. In barba a chi già prefigurava i rossoneri in crisi mentale e ridimensionati solo per aver perso una partita in serie A 304 giorni dopo l’ultima volta; la squadra di Pioli ha regolato il Torino senza particolari patemi, è partita a testa bassa, ha fatto due gol già nel primo tempo, poi ha badato a non correre troppi rischi, esattamente come fanno le grandi, portandosi a quota 40 punti in 17 giornate e confermando il primato in classifica con tanto di distanziamento sull’Inter aumentato da una a tre lunghezze.
Gruppo
Testa bassa e pedalare, proprio in faccia al maestro Giampaolo che un anno e mezzo fa aveva provato a rivoluzionare il Milan col suo “testa alta e giocare a calcio“, mai recepito da un gruppo che con l’arrivo di Pioli e il ritorno di Zlatan Ibrahimovic ha preso a marciare senza sosta ed ora si candida per chiudere al primo posto almeno il girone d’andata. Merito di una formazione che neanche con assenze pesantissime ha mollato, restando prima nonostante la mancanza di gente come Ibrahimovic (fuori per quasi due mesi), Bennacer, Rebic, Saelemaekers e compagnia cantante, giocando sempre con la medesima grinta.
Segnali
Dove arriverà il Milan a fine stagione non si può dire oggi, di certo questa squadra ha chiaramente qualcosa di speciale, a cominciare da un’unità (in campo e fuori) ormai palesemente riconoscibile. Si diceva che i rossoneri senza Ibrahimovic sarebbero stati persi: ebbene, nei 50 giorni con lo svedese fuori, la compagine milanista ha perso solo con la Juventus, guadagnando il primo posto nel girone di Coppa Uefa e mantenendo il primato anche in campionato. Il Milan ha sopperito anche all’assenza di Kjaer, a quella di Bennacer, fino a ritrovarsi senza centrocampo nelle sfide contro Lazio e Juventus; nulla ha però scalfito certezze, ambizioni ed entusiasmo di una squadra che non vuole smettere di sognare e che sembra a tutti gli effetti guidata da un pilota automatico che non la fa dipendere da niente e da nessuno.
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