Analisi
Il fuggi fuggi dal Milan è solo un ricordo
MILANO – E’ passato appena un anno, eppure nell’ambiente milanista sembra trascorsa un’era geologica. Il Milan sfaldato, diviso e senza idee chiare ha lasciato il posto ad un club organizzato ed ambizioso, proprietà e dirigenza sono unite, così come la fiducia nell’allenatore è sconfinata, tutt’altra situazione rispetto ad un anno fa quando ogni parte viaggiava per conto proprio, con la famiglia Singer e Gazidis convinti di proseguire su un percorso che inevitabilmente stava conducendo a un binario morto, e con Maldini e Pioli pronti a lasciare Milano. Poi è arrivato Zlatan Ibrahimovic, la società ha cambiato rotta e le parti si sono improvvisamente riunite, dando vita al nuovo Milan che sta ottenendo risultati che vanno anche oltre le più rosee aspettative.
Mercato
Il primo posto in classifica è la perfetta testimonianza di tutto ciò, ma esistono anche altri elementi che permettono di capire l’evidente cambiamento in seno al Milan, come ad esempio le voci di calciomercato attorno ai calciatori rossoneri che sono sparite nell’arco degli ultimi mesi. Se si escludono Calhanoglu e Donnarumma, alle prese col rinnovo di contratto in scadenza a giugno, infatti, sino all’anno scorso i gioielli milanisti erano costantemente accostati ad altre squadre: Romagnoli, Theo Hernandez, Bennacer, Kessie, oltre ai citati Donnarumma e Calhanoglu, erano oggetto di voci continue che li vedevano corteggiati a destra e a sinistra, coi rispettivi procuratori pronti ad offrirsi in giro per l’Europa e comunque in procinto di lasciare un Milan senza prospettive particolarmente allettanti.
Cambiamento
Un autentico fuggi fuggi, perché nessuno credeva nel Milan e, di conseguenza, nessuno pensava che calciatori di un certo prestigio potessero accettare di restare in un club con risultati inversamente proporzionali alle ambizioni. Oggi di colpo ecco affiorare la volontà quasi generale di rimanere in rossonero, nonostante il valore di mercato di ogni singolo giocatore sia raddoppiato (o triplicato, nel caso ad esempio di Hauge) e dunque teoricamente utilizzabile come cessione da super plusvalenza per la società. Oggi tutti vogliono rimanere a Milano, il progetto milanista affascina e nessuna voce di mercato interessa il Milan, anzi, le voci iniziano a circolare più per quanto riguarda le entrate che per le uscite. Il Milan forse non sarà più quello dei tempi d’oro berlusconiani, ma certamente l’unione ritrovata nel 2020 ha scacciato tanti fantasmi che dopo anni hanno smesso di spaventare il castello milanista.
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