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Analisi

San Siro vuoto il segreto del Milan? La spiegazione

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MILANO – Lo strabiliante finale di campionato del Milan che ha permesso ai rossoneri di essere la miglior squadra della serie A dopo la ripresa di giugno ed il miglior attacco d’Europa, pur non consentendogli di agguantare il quinto posto in classifica ed evitare i preliminari Uefa che obbligheranno Pioli ad organizzare il lavoro in pochissime settimane, ha stupito l’Italia intera, soprattutto perché i rossoneri sono passati dalla timidezza e l’inconcludenza di inizio stagione alla sicurezza e al pragmatismo di un’estate che dalle parti di Milanello non dimenticheranno facilmente grazie ai 9 successi della squadra nelle ultime 12 partite di campionato.

Porte chiuse

In molti stanno sostenendo in quest’ultimo periodo che una delle risorse del Milan possa essere stata l’assenza di pubblico, ovvero che un gruppo di calciatori con poca personalità, poca esperienza ed un bagaglio di maturità non eccezionale possa essersi sentito improvvisamente alleggerito da uno stadio come San Siro totalmente vuoto. Un paradosso, perché il calcio da sempre si fonda e si regge sull’entusiasmo della folla, anche se per qualcuno l’impressione è stata che per alcuni calciatori (Leao, ad esempio) giocare a porte chiuse sia stato un vantaggio ed abbia tolto loro la zavorra di qualche fischio o mugugno di troppo.

Dubbi

L’idea non è probabilmente neanche campata per aria, anzi, è possibile che elementi ancora inesperti abbiano trovato giovamento dalla mancanza dei tifosi che ha eliminato quella pressione tipica del calciatore sotto esame, portato a quel punto a sbagliare anche l’appoggio più semplice. Ed ora gli stessi che hanno elaborato tale teoria si chiedono: che succederà al Milan di Pioli quando San Siro riaprirà al pubblico? Quegli stessi giocatori che hanno tratto giovamento dalle porte chiuse potranno intimidirsi nuovamente? C’è, insomma, il rischio che quanto di buono sia stato creato negli anomali mesi del coronavirus possa esser spazzato via dal ritorno alla normalità?

Verità

L’impressione, a dirla tutta, è che anche qualora la riscossa milanista sia stata determinata o agevolata dagli stadi vuoti, il gruppo rossonero abbia potuto in questi mesi apprendere, imparare, crescere e formare parte di quella corazza che gli permetterà poi di respingere i colpi nei momenti di difficoltà. I più giovani ed inesperti, aiutati anche dal carisma di Ibrahimovic, Kjaer e degli altri compagni più scafati, hanno progressivamente iniziato lo stato di apprendimento e con ogni probabilità saranno più maturi anche alla riapertura degli impianti. Inoltre, va aggiunto che gli ottimi risultati raggiunti dalla formazione di Pioli hanno ammorbidito la posizione dei tifosi, probabilmente più accondiscendenti e fiduciosi rispetto al passato. Motivi che inducono all’ottimismo, dunque, nonostante l’imperativo a Milanello sia sempre lo stesso: non abbassare la guardia perché, conti alla mano, i traguardi veri sono ancora tutti da conquistare.

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