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Analisi

Milan: cronaca di una morte annunciata

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MILANO – L’intervista rilasciata da Zvonimir Boban alla Gazzetta dello Sport uscita sabato mattina ha di fatto annunciato due eventi: il primo è che l’ex fantasista croato (e probabilmente anche Paolo Maldini) non sarà più a capo dell’area sportiva del Milan il prossimo anno, il secondo è che il nuovo allenatore rossonero sarà il tedesco Ralf Rangnick come ormai viene insistentemente indicato da diverse fonti e da qualche settimana. Alle bombe sganciate da Boban che ha in pratica ammesso il totale disaccordo fra dirigenza e proprietà, non c’è stata risposta della famiglia Singer o di Ivan Gazidis. Perché? Forse perché tutto è stato già detto.

Scontro

Pensare che a questo punto Boban e Maldini rimangano al loro posto anche la prossima stagione è da considerarsi ipotesi alquanto improbabile. I margini per ricucire lo strappo sono ridottissimi e l’impressione è che il confronto col fondo Elliott chiesto indirettamente da Boban nel corso dell’intervista ci sia stato e che i due ex campioni rossoneri si siano scontrati con un muro di gomma imperforabile, con un’amministrazione che ha blindato Gazidis e che ritiene il manager sudafricano l’unico intoccabile dello stato generale milanista, riponendo in lui una fiducia illimitata ed incondizionata (sa Dio perché).

Attriti

Del resto, è difficile credere che Boban abbia chiesto chiarimenti ai Singer attraverso la Gazzetta dello Sport, segno che da quelle righe sia stata semplicemente resa pubblica una realtà ormai latente da diverso tempo. La stessa Gazzetta ritiene che le frizioni siano iniziate dopo il disastro perpetrato da Giampaolo in panchina, scelta che il fondo Elliott non avrebbe ancora perdonato alla coppia dirigenziale a capo dell’area sportiva del club, mettendola così in minoranza o quantomeno sotto la supervisione di Gazidis in vista della decisione sul nuovo allenatore che, altra certezza quasi assodata, non sarà Stefano Pioli.

Scenari

Cosa accadrà dunque dalle parti di Milanello a fine stagione? Il quadro più probabile e concreto è che Boban e Maldini, esattamente come accaduto con Leonardo e Gattuso meno di un anno fa, rimettano nelle mani della proprietà il loro mandato, che Gazidis ufficializzi Rangnick nella doppia veste di allenatore e direttore sportivo, o forse di semplice allenatore con coordinamento sull’area sportiva accanto a Frederic Massara, e che il Milan riparta per l’ennesima volta daccapo, con mille dubbi ed una sola sicurezza: di questo passo e con questa gestione il ritorno a grandi livelli tarderà ad arrivare ancora per tanto, troppo tempo.

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