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Analisi

Milan: il mese della verità

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MILANO – Il 2020 del Milan è iniziato all’insegna dell’ottimismo e della ritrovata voglia di vincere: 5 successi in 6 partite fra campionato (contro Cagliari, Udinese e Brescia) e Coppa Italia (Spal e Torino) con l’unico mezzo inciampo nel pareggio con la Sampdoria il giorno dell’Epifania. Una striscia di risultati utili che ha riportato la squadra di Pioli in corsa per l’Europa dopo un girone d’andata da incubo e in semifinale di Coppa Italia, traguardo che potrebbe rappresentare una scorciatoia importante per giocare le coppe l’anno prossimo ed aggiungere un trofeo a quella bacheca un po’ scarna nelle ultime stagioni.

Risalita

E’ bastato il ritorno di Zlatan Ibrahimovic a ringalluzzire l’ambiente e lo spogliatoio milanista? Forse non del tutto, certamente l’apporto qualitativo e caratteriale del fuoriclasse svedese ha aiutato e sta aiutando la compagine rossonera a recuperare posizioni in campionato, anche se la crescita del Milan è determinata anche da lavoro di Stefano Pioli che non sarà il miglior allenatore nella storia del calcio ma è riuscito ad infondere più personalità e più coraggio ad un gruppo che fino a dicembre appariva timido e spaesato, quasi bullizzato dal resto della serie A. Ma proprio a causa dell’inizio negativo, i rossoneri sono costretti a non sbagliare più da qui alla fine del campionato, a non accontentarsi di quanto fatto nelle ultime settimane.

Svolta

In questo senso, il mese di febbraio sarà determinante per cullare ancora qualche sogno europeo: domenica 2, il Milan ospiterà a San Siro il Verona, una delle squadre più in forma del torneo, una settimana dopo ecco il derby contro l’Inter, quindi la semifinale di andata di Coppa Italia contro la Juventus, prima di Milan-Torino, Fiorentina-Milan e Milan-Genoa (prima gara di marzo), ovvero un filotto di partite da cui la formazione di Pioli dovrà ricavare il massimo possibile, per poi mettersi a tavolino, guardare la classifica e tirare le somme; la stagione, da peggiore della storia milanista, potrebbe insomma ancora trasformarsi in positiva, a patto che il Milan, incurante di stanchezza e fisiologiche flessioni, continui a vincere, perché il tempo degli errori è passato da un pezzo.

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