Analisi
Ibrahimovic crede allo scudetto, il messaggio al Milan è chiaro
MILANO – “Crediamo allo scudetto perché chi crede può fare tutto“. Musica e parole di Zlatan Ibrahimovic, il mattatore del derby di Milano, il simbolo del nuovo Milan, l’uomo che ha rialzato una squadra che appena lo scorso dicembre veniva seppellita a Bergamo con 5 reti che lasciavano intuire il fallimento totale di un progetto e di un programma societario che quasi esclusivamente grazie al carisma del fuoriclasse svedese è stato rimesso in piedi, tanto che oggi i rossoneri guardano l’intera serie A dall’alto dei loro 12 punti, frutto di 4 vittorie in altrettante gare di campionato.
Obiettivi
Ibrahimovic ha parlato di scudetto, traguardo probabilmente troppo ambizioso per un Milan che farebbe già tanto piazzandosi al quarto posto e scalzando dalla zona Coppa dei Campioni una fra Juventus, Inter, Atalanta e Napoli, ma è chiaro che per la squadra di Pioli ogni iniezione di fiducia non può che aggiungere peso allo zaino di autostima di un gruppo giovane che vivrà certamente periodi più complicati di quello attuale ma che resta la miglior formazione italiana del 2020 per punti fatti, meglio dei campioni d’Italia della Juventus, dei cugini interisti e dell’Atalanta delle meraviglie.
Mentalità
Ma il vero scudetto del Milan dev’essere, per il momento, riuscire ad impossessarsi nuovamente di una filosofia vincente, di un modo di pensare che non preveda più timore reverenziale, ma bensì la volontà di giocarsela con tutti. Quando Ibrahimovic parla di finali da qui alla fine del campionato, in fondo, vuol dire proprio questo: il Milan deve giocare per vincere, solo così potrà riacquistare quella mentalità persa nei troppi anni senza un leader, senza un trascinatore e senza un progetto. Il calcio, insomma, non è dei giovani come dice il disoccupato Rangnick, ma di chi vuol vincere sempre, anche in barba alla carta di identità.
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