Analisi
Gli errori del Milan da non ripetere in futuro
MILANO – Il campionato 2019-2020 del Milan è ormai praticamente in archivio con la qualificazione Uefa già arpionata e la piccola delusione di non essere riuscito ad agganciare il quinto posto (pressoché certo per la Roma) che avrebbe evitato alla formazione rossonera di giocare il turno preliminare e diminuire ancor di più il riposo e le vacanze in una stagione che verrà ricordata come la più lunga di sempre. Un Milan che ripartirà l’anno prossimo con più fiducia, sulle solide basi piantate da Stefano Pioli in questi mesi e con alcune lezioni da imparare per correggere quegli errori che hanno condizionato la prima parte di stagione della squadra milanista.
Rabbia
In particolar modo andrà posta molta attenzione sulla fase iniziale del campionato. Nelle ultime due annate, infatti, nell’ambiente rossonero i rammarichi più consistenti sono arrivati per i pochi punti che hanno separato il Milan dal quarto posto prima (2018-2019, rossoneri quinti per un’inezia nei confronti dell’Inter) e dal quinto poi, con recriminazioni varie sui punti persi qua e là, sulle fortune altrui, ma senza puntare l’indice sul vero colpevole di tali mancanze, ovvero il Milan stesso, probabilmente l’artefice principale delle sue medesime malefatte.
Partenza
Già, perché se prendiamo in esame, ad esempio, l’attuale campionato, notiamo come la falsa partenza dei rossoneri abbia pregiudicato quasi irrimediabilmente il cammino nel torneo, rendendo poi vana la rincorsa post ripresa. Nel duello con la Roma, infatti, il Milan è partito svantaggiato e troppo in ritardo, ha ridotto il divario grazie al 2-0 nello scontro diretto e all’incredibile filotto di risultati incamerato dalla compagine di Pioli, ma ha perso la gara al fotofinish dopo il pareggio con l’Atalanta e la concomitante vittoria dei giallorossi contro la Fiorentina, sesto risultato utile di fila per i capitolini, a cui è bastato un ruolino di marcia sufficiente per rendere inoffensivo l’attacco milanista.
Monito
Milan che nella prossima stagione dovrà puntare ad un avvio sprint, evitando di ritrovarsi in zona retrocessione dopo neanche due mesi di campionato (e l’assenza di Giampaolo stavolta sarà determinante in questo senso), di vedere a Natale la zona Europa dal punto più basso della montagna dovendo così tentare nella seconda parte dell’anno una scalata che forse poteva riuscire al Milan di vent’anni fa (scudetto 98-99, ad esempio) ma difficilmente a quello odierno. Ecco perché Pioli, confermato a furor di popolo ed ora chiamato a confermarsi, dovrà inserire nella sua tabella di marcia una partenza il più lanciata possibile, lasciando ad altri (almeno stavolta) il compito di una rincorsa a folle velocità.
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