Analisi
Milan: una ripresa complicata
MILANO – Questo è il periodo in cui solitamente i campionati terminano, le partite sotto il sole, i calciatori stanchi ma pronti all’ultimo sforzo per raggiungere gli obbiettivi annuali. E invece stavolta è tutto diverso: lo stop di due mesi ha fatto slittare la serie A che dovrebbe concludersi tra la metà di giugno e l’inizio di agosto, uno sprint anomalo che dovrà determinare scudetto, piazzamenti europei e retrocessioni in serie B. Per il Milan, relegato attualmente al settimo posto della classifica, l’unico traguardo possibile è la qualificazione Uefa, anche se dietro l’angolo i rossoneri potrebbero trovare più di una difficoltà.
Situazione
A complicare il proseguimento del campionato, infatti, per i rossoneri è il groviglio di incomprensioni e di liti intestine che hanno contraddistinto l’ultimo periodo, che hanno portato al licenziamento di Zvonimir Boban, all’addio ormai scontato di Paolo Maldini e forse di Zlatan Ibrahimovic, oltre alle voci e ai contatti fra l’amministratore delegato Ivan Gazidis e Ralf Rangnick, ovvero colui che con ogni probabilità sarà il nuovo allenatore milanista a partire dalla stagione 2020-2021. Una vicenda che i vertici del club non sono riusciti a tenere nascosta e che ora rischia di ritorcersi pesantemente contro il Milan stesso.
Pericoli
Vien logico chiedersi, effettivamente, con che spirito alcuni dei protagonisti riprenderanno un campionato già complicato dai mediocri risultati sin qui ottenuti dai rossoneri. Pensiamo a Stefano Pioli, ormai pressoché certo di essere allontanato a fine stagione e che potrebbe (anche inconsciamente) sentirsi demotivato o delegittimato nelle restanti gare con cui il Milan dovrà terminare il campionato. Anche Ibrahimovic, prossimo a salutare la sgangherata compagnia milanista, corre il pericolo di giocare con nervosismo, irritazione ed impazienza, proprio come accaduto durante Milan-Genoa, ultima sfida disputata prima della forzata interruzione.
Ambiente
E verrebbe quasi da dire che per fortuna non ci saranno tifosi allo stadio. Il pubblico del Milan è ormai un misto tra irritazione e desolazione per la gestione del club, per la mancanza di chiarezza, di comunicazione, per le idee che sembrano ingredienti presi a casaccio e sbattuti in un minestrone dal sapore acido. Tifosi spazientiti, ormai sul piede di guerra contro la proprietà e l’amministratore delegato, e che si sono visti privati in meno di un anno di tutte le residue bandiere che restituivano senso di appartenenza ad una società ormai sportivamente estinta. Il campionato riprende, il Milan si appresta a viverne il finale in una condizione tutt’altro che positiva. Peggior viatico in vista della prossima annata, dell’ennesima ripartenza, dell’ennesimo anno zero, non potrebbe davvero esserci.
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