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Analisi

Milan-Como in Australia: è il calcio che avete voluto voi

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Sappiamo benissimo che la maggior parte dei tifosi se ne infischia dell’etica, dei valori e delle tradizioni. Per loro basta che la propria squadra del cuore vinca e sono felici e contenti, incuranti del resto, inebetiti di fronte ai gol dei loro beniamini, completamente avulsi da ciò che li circonda. Prendete i milanisti: un anno fa il Milan era un disastro (peraltro prevedibile fin dall’estate) e a fine campionato giù insulti e contestazioni, ora le cose vanno meglio e tanto basta al popolo rossonero per essere felice, contento e beato. Che poi la società sia sempre la stessa e che a giugno, bene o male che sarà andata la stagione, smantellerà di nuovo la rosa, chi se ne frega, ci si penserà a tempo debito.

Tutti a Perth

In sostanza, il palazzo è a rischio crollo ma abbiamo comprato degli arredi bellissimi per il nostro appartamento, ce li ammiriamo tutto il giorno e tanto ci basta per essere felici. E così, Milan-Como del prossimo inverno si giocherà in Australia, in barba a chi ha sottoscritto l’abbonamento pagando per 19 partite e non per 18, in barba ai comaschi che avrebbero occupato il settore ospiti, in barba alla tradizione che il calcio moderno calpesta ogni giorno di più. E il problema, purtroppo, è che i tifosi si fanno calpestare a loro volta, senza alzare un dito, senza reclamare, tutto gli scivola addosso purché la loro squadra vinca, tutto va bene purché non gli si rompano le scatole.

Colpe

La Lega Calcio ha provato a giustificare la scelta di giocare Milan-Como dall’altra parte del mondo sostenendo che in quel periodo, con San Siro occupato, non ci fossero altri impianti disponibili. Il rumore delle unghie sugli specchi si è sentito davvero fino in Australia, perché secondo Simonelli e company fra Milano e Perth non c’era una città disposta ad ospitare Milan-Como: zero impianti nel raggio di 13000 km. Colpa della Lega? Sì. Colpa della Uefa? Sì. Colpa dei due club? Sì. Ma, permetteteci, qualche responsabilità ce l’hanno anche quei tifosi a cui sta bene tutto e che non si ribellano mai. Perché questa vergogna si è sviluppata ora ma nasce da lontano.

Responsabilità

Sono decenni che la serie A spinge per partite a tutte le ore e voi riempite gli stadi; sono anni che la Supercoppa di Lega si gioca in paesi assurdi a migliaia di km dall’Italia e a voi sta bene; sono anni che vi riempiono di promesse che non mantengono e voi ancora vi abbonate; sono anni che i club e gli sponsor tecnici confezionano maglie assurde, calpestando colori e tradizioni, cambiando (in peggio) i loghi storici delle società e voi vi ammassate nei negozi e su internet a comprare la maglia gialla del Milan o quella biancoverde della Roma. Beh, non sarete i principali responsabili, ma tutta questa innocenza in voi non la vediamo. Buon calcio moderno a tutti.

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