Analisi
Camarda al Lecce per essere Simone e non Colombo

Parlare di calcio giocato è inutile, dannoso e poco produttivo oggi per quanto riguarda il Milan e lo sarà sin quando questa proprietà non deciderà di passare la mano. C’è un giocatore, però di cui val la pena parlare, e che è Francesco Camarda, appena passato in prestito dai rossoneri al Lecce. Il giovane centravanti rossonero ha stoffa e talento, ma è ancora acerbo e necessita di giocare per mettere minuti nelle gambe ed esperienza in serie A, categoria che sinora ha assaggiato per pochi scampoli lo scorso anno, facendo intravedere doti ma dimostrandosi palesemente immaturo.
Gestione
A stupire, ma fino ad un certo punto conoscendo i soggetti, è stata semmai la gestione dell’attaccante da parte del Milan che lo ha ritenuto troppo grande per la Primavera, troppo inesperto per la serie A ma poco utile alla squadra Under 23 che militava in serie C e che, grazie all’ottimo Kirowski, amico di Ibrahimovic proveniente dagli Stati Uniti, è sprofondata in D. Il risultato è stato che Camarda ha capito poco e niente della serie A finendo con l’essere ignorato da Conceiçao, per poi essere inutile anche in C dove non ha potuto neanche giocare i playout per non aver accumulato le 25 presenze richieste dal regolamento.
Futuro
Ma che il Milan lavori malissimo è chiaro a tutti, ora per sua fortuna il giovane talento è lontano da Milanello e dal caos che vige in quei luoghi e a Lecce potrà avere più spazio, specie se Krstovic dovesse essere ceduto, provando a segnare il più possibile, magari più di Lorenzo Colombo, altro centravanti di proprietà rossonera, che proprio in Salento ha giocato e segnato qualche gol per poi perdersi ad Empoli. Ecco, a Camarda il compito di trasformarsi nel Marco Simone in prestito al Como nel 1989 e tornato al Milan l’anno dopo per risultare importantissimo dal 1990 al 1997, e non nel citato Colombo, ininfluente ad Empoli ed inutile perfino per l’attuale Milan.
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